di Anna Messia
Pochi possono dire di conoscere la compagnia quanto lui. Alberto Tosti, dopo essere stato il braccio destro di tre direttori generali susseguitisi negli ultimi 19 anni al comando di Sara Assicurazioni occupandosi di finanza con il ruolo di cfo e responsabile investimenti, lo scorso ottobre ha preso il timone della compagnia. Per l’azionista di maggioranza, ossia l’Automobile Club Italia (Aci), si è trattato di una scelta tecnica, caduta però in un momento non facile per il mercato assicurativo. Ma Tosti è pronto alla sfida e a guidare Sara verso il futuro «con lo stato d’animo di chi è pronto al cambiamento», racconta in questa sua prima intervista da direttore generale della compagnia. «Un’azienda fallisce quando non ha avuto attenzione al futuro», dice citando Larry Page, il fondatore di Google, e «le assicurazioni non possono tirarsi indietro di fronte a questa sfida».

Domanda. Quello assicurativo finora non è stato però un settore caratterizzato da grandi cambiamenti. Come vede lo scenario futuro?
Risposta. Per sua natura l’assicuratore guarda al passato perché deve osservare le statistiche per definire correttamente i prezzi delle polizze che poi offre al cliente. Ora stiamo entrando in una nuova epoca in cui bisogna anche tentare di predire il futuro, e non è certo facile. Bisogna avere uno stato d’animo pronto al cambiamento e guardare all’innovazione che sta coinvolgendo anche il nostro settore.

D. Questo che cosa significherà per Sara Assicurazioni?
R. Un nuovo approccio. Nella mia storia professionale ho vissuto tre gestioni piuttosto diverse tra loro. Quella di Marco Rocca, alla guida di Sara fino al 2004, è stata più tradizionale; poi è stato il momento di Salvo Vitale, che ha puntato molto sul rilancio del marchio e sulla modernizzazione; mentre Alessandro Santoliquido, che ha preso il comando nel 2009, ha seguito una gestione tecnica ed è riuscito a creare valore per la compagnia, che ha raggiunto un indice di Solvency II del 228%. Ora l’attenzione sarà soprattutto sui nuovi bisogni dei clienti, considerando anche la storia di Sara, il cui azionista di maggioranza è un’associazione di consumatori.

D. Il settore Auto, che rappresenta l’80% dei premi Danni di Sara (pari nel terzo trimestre a circa 400 milioni), sembra però in difficoltà. I sinistri stanno crescendo mentre i prezzi non sembrano salire a sufficienza per compensare il fenomeno e il rischio di perdite tecniche è dietro l’angolo. Con quali effetti?
R. Si prevede che tra qualche anno i sinistri potranno calare grazie alle nuove tecnologie installate sulle automobili, che consentiranno per esempio di evitare gli incidenti grazie a frenate automatiche di emergenza. Ma bisogna aspettare il ricambio del parco auto circolante e intanto è vero che nell’immediato i sinistri stanno aumentando. Senza interventi correttivi sulle tariffe l’anno prossimo il combined ratio del settore Rc Auto supererebbe in Italia il 100%. Le compagnie spenderebbero cioè in costi e sinistri più di quanto incassano con i premi. Ma il mercato sta già intervenendo, riducendo per esempio la leva degli sconti.

D. Che cosa farà Sara?
R. Per quanto ci riguarda l’obiettivo è anche aumentare l’incidenza dei Danni non-Auto sulla raccolta per arrivare al 30% dall’attuale 20% e anche dei prodotti Danni diversi dall’Rc Auto, offendo per esempio servizi di assistenza grazie anche alle sinergie con l’Aci, ma pure incrementando le polizze casa o malattia. Su quest’ultimo fronte abbiamo sviluppato sinergie anche con Reale Mutua, azionista di Sara con al 31,4%, utilizzando il loro call center e le convenzioni con le strutture mediche.

D. Quali sono invece le sinergie possibili con le delegazioni Aci?
R. È interesse reciproco lavorare insieme e lo spazio di crescita è ampio. Oggi poco più di 300 delegazioni Aci lavorano con noi e ci sono altri 1.200 punti vendita che andrebbero formati per distribuire polizze e servizi assicurativi. Abbiamo attivato un progetto a Roma e Milano che ha avuto risultati molto positivi e lavoriamo per estenderlo.

D. Le difficoltà del mercato si faranno sentire sul bilancio 2016 di Sara Assicurazioni?
R. Abbiamo le spalle larghe per affrontare questa fase complicata, visto anche l’alto indice di Solvibilità del 228% rispetto a una media di mercato di circa il 170%. Stante l’attuale situazione dei mercati, le previsioni per fine anno indicano un risultato in linea con quello dei primi 9 mesi, chiusi in utile per 59 milioni rispetto agli 80 milioni del 2015.

D. Avrete benefici dalla dismissione di immobili?
R. Gli immobili rappresentano circa il 30% degli attivi del gruppo, ovvero 550-600 milioni di euro. Tale investimento con Solvency II è stato penalizzato perché considerato illiquido e per questo abbiamo avviato un piando di cessioni che prevede dismissioni per 80 milioni di euro in tre anni e che probabilmente supereremo. (riproduzione riservata)
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