di Anna Messia
L’impressione è che si stia vivendo una nuova fase di consolidamento nel settore assicurativo. Così il direttore generale di Reale Mutua, Luca Filippone, commenta l’acquisizione, chiusa venerdì 2 dicembre, delle attività italiane di Uniqa. Un’operazione da 295 milioni di euro (che era stata anticipata da MF-Milano Finanza) e che consente a Reale Mutua di fare un importante salto dimensionale. Gli 1,1 miliardi di portafoglio-premi della compagnia austriaca in Italia consentiranno al gruppo Reale Mutua di portarsi a ridosso di quota 4 miliardi, raggiungendo la quarta posizione nel mercato Danni in Italia. «Al di là della crescita in termini di premi, l’operazione Uniqa ci consentirà di completare il nostro modello distributivo, caratterizzato da agenzie fidelizzate», dice Filippone, che nella trattativa è stato assistito dall’advisor Bnp Paribas . La compagnia austriaca ha invece distribuito le sue polizze in Italia prevalentemente tramite una rete di agenti plurimandatari e accordi bancari (come quello con Veneto Banca). L’operazione con Uniqa, assistita da Kpmg Corporate finance e da Unicredit , potrebbe poi rivelarsi qualcosa di più di una semplice compravendita, perché i due gruppi assicurativi , dopo essersi conosciuti, sembrano pronti a sviluppare possibili collaborazioni, in particolare nel settore del welfare, in cui gli austriaci sono esperti e Reale Mutua è interessata a crescere. «Con Uniqa ci siamo trovati subito in sintonia, forse perché entrambi abbiamo una struttura di mutua e l’intenzione è di continuare a lavorare insieme», dice Filippone. «Ma intanto vogliamo chiudere questa acquisizione». L’operazione potrà essere portata a termine a metà 2017, una volta ricevute le autorizzazioni da parte delle autorità competenti.
Per Reale Mutua, forte di un indice Solvency II del 374%, è la prova che quello attuale è il momento buono per crescere anche mettendo mano al portafoglio. «Il mercato sta vivendo una seconda ondata di fusioni e acquisizioni. Le nuove normative hanno alzato l’asticella della dimensione minima di sopravvivenza e l’andamento decrescente del ramo Danni, in atto ormai da cinque anni, fa chiaramente intendere che non è facile crescere per vie interne», spiega. Mentre qualche anno fa al centro del riassetto c’erano stati i grandi gruppi, questa volta i protagonisti sembrano gli assicuratori di medie dimensioni e il movimento coinvolge in particolare gli operatori internazionali, che sembrano rimodulare la propria posizione sull’Italia. Qualche mese fa era toccato alle attività italiane di Ergo e a Old Mutul (Skandia), entrambe acquisite da Cinven, ora è la volta di Uniqa. «Noi siamo pronti a crescere», conclude Filippone». «Qualche mese fa abbiamo lanciato una start-up in Cile tramite la nostra controllata spagnola e saremmo pronti anche a consolidarci ancora in Spagna ma finora non sembrano esserci opportunità e noi abbiamo comunque da lavorare ai cantieri aperti». (riproduzione riservata)
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