di Luciano Mondellini

Un balzo del titolo Volkswagen in borsa (+6,2% a 131,75 euro) ha salutato ieri la notizia che lo scandalo Dieselgate potrebbe presto ridimensionarsi o quantomeno mitigare i suoi contraccolpi sulla società tedesca. Ieri in una nota ufficiale il colosso automobilistico di Wolfsburg ha dichiarato che le manipolazioni sulle emissioni di CO2 riguarderebbero un numero di auto (circa 36 mila) di gran lunga inferiore alle prime stime, che segnalavano circa 800 mila veicoli potenzialmente coinvolti.

In particolare, ha spiegato la nota, «in seguito a dettagliate indagini interne e controlli delle misurazioni è ora chiaro che quasi tutte le vetture prese in esame hanno i valori dichiarati di CO2 in regola. Ciò significa che le vetture possono essere messe in commercio e vendute senza alcuna limitazione e il sospetto che i dati relativi ai consumi dei veicoli della produzione attuale fossero stati illegalmente modificati non è stato confermato».

La nota ha inoltre spiegato che Volkswagen ha presentato questi risultati alla commissione investigativa del governo tedesco e all’autorità federale per i trasporti. In particolare, le variazioni di pochi grammi in media di CO2 dei dati sono state riscontrate soltanto in nove versioni Volkswagen (un modello di Polo, uno di Scirocco, due di Jetta, due di Golf e tre di Passat) e corrispondono a un aumento del ciclo dei consumi da 0,1 a 0,2 litri per 100 chilometri.

Con una produzione annuale di circa 36 mila veicoli, questi numeri corrispondono solo allo 0,5% della produzione del marchio Volkswagen sul mercato.

Wolfsburg ha tenuto a precisare che quindi l’impatto negativo sugli utili (previsto in -2 miliardi di euro) non è confermato. Anche le altre marche (Audi, Seat, koda e Volkswagen Veicoli Commerciali) hanno seguito la medesima procedura e hanno definito con le autorità competenti la loro posizione.

Per questa mattina intanto i vertici della società hanno indetto una conferenza stampa sull’argomento, in occasione della quale il presidente di Volkswagen Hans Dietrich Poetsch e il ceo Matthias Mueller daranno ulteriori spiegazioni sugli ultimi sviluppi della questione.

Bisogna sottolineare però che nella serata di ieri il ministero dei Trasporti tedesco si è mostrato estremamente cauto in merito alle dichiarazioni di Volkswagen sul numero di auto coinvolte nella manomissione delle emissioni. «La fiducia va bene, ma controllare è meglio», ha infatti commentato in una nota il dicastero che fa capo al ministro Alexander Dobrindt. (riproduzione riservata)