di Anna Messia

Sarà inevitabile avere una coda che si protrarrà nella prima parte del nuovo anno. Ma in Ivass, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni presieduta da Salvatore Rossi, stanno lavorando alacremente per il grande rush finale di Solvency II. L’obiettivo è presentare entro l’anno un quadro più completo possibile delle nuove regole europee.

Del resto all’avvio del nuovo regime, rivoluzionario per le assicurazioni, mancano dieci giorni visto che la partenza è fissata al primo gennaio 2016. I regolamenti diffusi finora dall’autorità di controllo sono stati in totale 17. Tutti messi in pubblica consultazione, ma nessuno è stato ancora presentato al mercato nella sua versione definitiva. Nei prossimi giorni è attesa quindi la diffusione da parte dell’Ivass di un primo pacchetto di regolamenti, tutti riguardanti i nuovi requisiti patrimoniali, che insieme alla governance e all’informativa rappresentano i tre pilastri di Solvency II. Ma appare ormai evidente che non sarà possibile avere tutto pronto per la fine dell’anno anche perché all’appello mancano ancora altri regolamenti che dovranno a loro volta passare la fase della pubblica consultazione. Il primo vero test di prova per il nuovo regime saranno le relazioni del primo trimestre 2016, che saranno approvate tra aprile e maggio. C’è quindi ancora un po’ di tempo per completare l’assetto, anche se l’obiettivo dell’autorità è ovviamente dare al mercato regole certe e chiare, il prima possibile. «Si tratta di un compito di grande complessità tecnica da terminare in pochi mesi», aveva detto Rossi nella sua relazione annuale riferendosi all’arrivo imminente delle nuove regole europee e aggiungendo che «Solvency II non si risolve solo in requisiti di capitale e norme contabili». C’è bisogno di «formidabili adeguamenti di governo aziendale e di organizzazione», aveva detto Rossi, e «bisogna innanzitutto che i consigli di amministrazione accrescano il loro interesse e la loro capacità di comprensione dei profili di rischio insiti dell’attività delle compagnie». Mentre dal punto di vista patrimoniale la situazione era confortante con i fondi dell’intero sistema che erano pari a due volte il minimo richiesto e solo il 3% del mercato avrebbe avuto bisogno di ricapitalizzazioni. Situazione che andrà aggiornata con i bilanci 2015. (riproduzione riservata)