di Andrea Montanari

Dall’Iran potranno arrivare nuove opzioni di sviluppo internazionale per le aziende italiane, con la prospettiva di rinsaldare uno storico asse tra i governi di Roma e Teheran. È questo il senso degli accordi di collaborazioni siglati ieri da Sace, la società che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti specializzata in prodotti finanziari e assicurativi a sostegno dell’internazionalizzazione delle società italiane, con le tre principali banche private iraniane: Bank Pasargad, Bank Parsian e Saman Bank.

L’obiettivo dell’intesa, siglata nel corso della missione governo-imprese in Iran, è facilitare una più rapida ed efficace ripresa dell’interscambio e degli investimenti italiani nel Paese, una volta raggiunto il traguardo dell’implementation day. La società presieduta da Giovanni Castellaneta e guidata dall’ad Alessandro Castellano, ha evidenziato come la cessazione del quadro sanzionatorio potrebbe portare a un incremento dell’export italiano in Iran di quasi 3 miliardi di euro entro il 2018. «Si sta aprendo una nuova era per le relazioni economiche con il Paese, grazie agli importanti passi compiuti in sede internazionale», ha sottolineato lo stesso Castellaneta, già ambasciatore d’Italia a Teheran e Washington. Sace, aggiunge la nota diramata ieri, «è pronta a fare la sua parte per aiutare le imprese italiane a coglierne tutto il potenziale, non appena il quadro normativo lo consentirà, e gli accordi firmati oggi (ieri per chi legge, ndr) vanno proprio in questa direzione».

In base a questi accordi, la società che fa capo a Cdp e le banche iraniane intendono attivare una collaborazione, compatibilmente con la regolamentazione applicabile e il ripristino del sistema dei pagamenti, per identificare progetti di breve e medio-lungo termine di mutuo interesse e per sviluppare le strutture assicurativo-finanziarie più adatte a supportarli. L’expertise maturata negli anni dalle tre banche nel sostegno alle importazioni consentite, anche da parte di aziende di piccola e media dimensione, costituisce un importante valore aggiunto degli accordi. Il tris di accordi conferma «l’impegno di Sace al fianco delle imprese italiane in un mercato complesso come l’Iran, caratterizzato da elevati profili di rischio, ma capace di offrire, in prospettiva, un elevato potenziale di business per il nostro Paese», specificano ancora i vertici. E secondo le stime della società italiana, la cessazione del quadro sanzionatorio potrebbe portare a un miglioramento delle condizioni di sviluppo delle aziende italiane attive in particolare nei settori della meccanica strumentale, dell’oil&gas e dei trasporti. E che questo cambiamento di scenario possa essere rilevante per l’Italia lo conferma anche l’ad di Saipem, Stefano Cao. «Non c’è dubbio che l’Iran, nel momento in cui si sbloccasse la situazione, sarebbe un’opportunità», ha dichiarato sempre ieri il manager. «Hanno sicuramente molte riserve, hanno molta esplorazione da fare, per contrattisti come noi sono una buona opportunità», ha specificato lo stesso Cao.

Mentre chi da tempo scommette sull’opportunità del mercato iraniano è l’emiliana Immergas, dal 2011 presente sul mercato locale con una base logistica e operativa a Qashvin, città a 200 chilometri da Teheran. Oggi l’azienda di Brescello (Reggio Emilia) ha una fabbrica con 25 dipendenti guidati dall’ingegner Roberto Masarin. Per l’azienda che produce caldaie, quello locale rappresenta «un business con importanti possibilità di sviluppo», ha dichiarato Masarin. «Il governo iraniano ha infatti lanciato un progetto per la realizzazione di quattro milioni di unità abitative di edilizia popolare: numeri importanti che aprono un mercato dalle grandi potenzialità per l’impresa», ha concluso il dirigente di Immergas. (riproduzione riservata)