di Franco Adriano 

 

Dopo giorni di tensioni politiche in Italia e con la Commissione europea, il governo lancia un fondo salvagente da 80 milioni di euro, da amministrare sulla base di un arbitrato Consob. Verranno esaminate caso per caso le perdite subite dai risparmiatori che hanno investito nelle obbligazioni subordinate delle quattro banche del centro Italia ristrutturate recentemente (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti).

Una soluzione su cui l’Europa non è contraria avendo contribuito a trovarla. L’obiettivo è quello di capire se i risparmiatori sono stati indotti agli sportelli a investire senza essere pienamente consapevoli e informati dei rischi. Una procedura già sperimentata con successo in Spagna due anni fa. I risparmiatori che riusciranno a dimostrare di essere stati truffati, ingannati o di non essere stati sufficientemente informati potranno riavere i soldi investiti. I rmborsi, a seguito della procedura di arbitrato extragiudiziale, li anticiperà lo Stato che si rifarà sui fondi di liquidazione per i rimborsi ai creditori delle quattro banche. La Commissione europea, infatti, considera che, anche se i governi sono liberi di dare sostegno finanziario a persone vittime di circostanze eccezionali, ciò che non è possibile è che lo Stato paghi direttamente le perdite subite dai detentori delle obbligazioni subordinate, perché questo sospenderebbe di fatto il regime del «bail in», ovvero del salvataggio interno delle banche, stabilito dalle norme Ue. Una scelta spiegata ieri sera in commissione Bilancio di Montecitorio dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Il salvataggio non ha richiesto nemmeno un euro di risorse pubbliche», su cui si sono subito avventatele opposizioni. «Se si affiderà a Consob la valutazione sui casi degli obbligazionisti raggirati, sarà come mettere la toga del giudice sulle spalle dell’imputato», si legge in una nota dei deputati M5S. L’Authority secondo il movimento di Beppe Grillo «è parte ampia del problema». «La sua vigilanza sui prodotti emessi dalle banche, in tandem con Bankitalia che dovrebbe invece vigilare sugli emittenti», continua la nota, «ha fallito in toto la propria missione». Il precedente spagnolo? «Ricordiamo che in quel caso», sostiene il M5s, «il ristoro per gli obbligazionisti fu tutt’altro che integrale».

Berlusconi: bastano 790 mln in più dalle banche

Sulla vicenda è intervenuto anche Silvio Berlusconi. «Io avrei fatto immediatamente una misura di intervento ma non avrei lasciato fuori i 30mila obbligazionisti perché non si tratta di speculatori e non è possibile lasciare queste persone senza i risparmi di una vita». Secondo il leader di Forza Italia la ricetta più logica «è aumentare la cifra di 3 miliardi e 600 milioni che il governo ha fatto versare alle banche di una quota di 790 milioni, che è il totale delle obbligazioni subordinate, per un totale di 4 miliardi 390 milioni». In questo modo «tutto si risolve con un carico assolutamente sostenibile per il sistema bancario», ha concluso. Anche perché, ha avvertito Berlusconi, «banca finora ha voluto dire sicurezza, oggi il termine banca diventa sinomino non di sicurezza ma di insicurezza e si può manifestare un fenomeno di non credibilità di tutto il sistema bancario con conseguenze dannosissime». Gli ex forzisti Raffaele Fitto e Maurizio Lupi, oggi su sponde opposte rispetto al governo, concordano con la ricetta dell’anziano leader: «La soluzione più ragionevole era e resta quella prospettata in origine (e accettata anche dall’Abi): ricorrere al Fondo interbancario di tutela dei depositi. Quindi, denaro privato, non pubblico», ha detto Fitto. «Si deve procedere a tutelare i risparmiatori raggirati usando il fondo di garanzia per proteggere almeno in parte gli obbligazionisti subordinati», gli ha fatto eco Lupi. Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, è sembrato mettere le mani avanti rispetto al fatto che a breve potrebbero crearsi nuove criticità nel sistema bancario italiano: «La riforma del sistema del credito è quanto mai urgente», ha affermato. «Una necessità comprovata come abbiamo visto non solo nelle ultime ore, ma nell’ultimo anno, con la riforma delle Popolari».

I numeri del salvataggio secondo i conti del Tesoro

Intanto, il Tesoro ha pubblicato i numeri del salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. «La risoluzione ha messo al sicuro i risparmi di circa un milione di correntisti e obbligazionisti per un controvalore di circa 12 miliardi di euro (oltre ai depositi già garantiti)», ha spiegato via XX Settembre. L’azzeramento del valore delle obbligazioni subordinate ha invece riguardato titoli per un valore nominale di 340 milioni distribuiti su una platea di 10.500 obbligazionisti. Le quattro nuove banche nate sulle ceneri delle precedenti oggi sono sane e sostengono un tessuto economico costituito da circa 200mila piccole e medie imprese, commercianti e artigiani «che dispongono di fidi e aperture di credito continuano a godere del sostegno finanziario per la propria attività da parte delle nuove banche». Inoltre, il Tesoro sottolinea come si siano salvati circa 7mila posti di lavoro. Sul tessuto socio-economico dei territori in cui operano le 4 banche vengono quindi riversati più di 24 miliardi di euro di raccolta», scrive il Tesoro. L’alternativa era la liquidazione di tutto ciò. Invece, «i crediti in sofferenza che gravavano sui bilanci sono stati trasferiti a una bad bank». In questo modo le nuove banche hanno una situazione patrimoniale che le rende «molto robuste» e dotate di «abbondante liquidità» e tale da consentire in tempi rapidi la restituzione alla gestione privata.

Bankitalia replica a brutto muso a Bruxelles

Bankitalia torna a difendere il suo operato nella vicenda. Dopo le nuove bacchettate della Commissione Ue: l’ultima, la più dolorosa, relativa al fatto che le banche salvate abbiano venduto prodotti inadeguati a persone ignare del rischio, il direttore generale di Palazzo Koch, Salvatore Rossi, ha voluto chiarire l’azione della Banca centrale: «La verità è che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in tempi non sospetti ha chiesto di arrivare a vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli sportelli in modo che solo investitori istituzionali potessero acquistarli e non i semplici risparmiatori». Ma la Banca d’Italia non può vietare di vendere questo o quel prodotto: «Non abbiamo poteri così ampi». «E ricordo», ha concluso Rossi, «che a vigilare sulla sollecitazione al risparmio è preposta un’altra autorità». Secondo Rossi, ad aver «di fatto» impedito all’Italia di salvare i 4 istituti ricorrendo al Fondo interbancario di garanzia, con l’intervento delle altre banche italiane «perché ci hanno detto che se l’avessimo fatto l’Italia avrebbe dovuto subire una procedura di infrazione per aiuti di Stato. Nonostante il Fondo sia privato e pagato da privati quali sono le banche italiane».

Stabilità, stretta sui giochi

Stretta sui giochi nell’ambito dell’esame della legge di Stabilità: sale del 2,5% il prelievo erariale unico (Preu) sulle new slot machines che erogano pagamenti in denaro (awp), arrivando al 17,5%; mentre il payout passa dal 74% al 70%. Lo prevede un emendamento del Governo Il pacchetto di norme sui giochi inoltre prevede che, a partire dal 2016, il rilascio del nulla osta per gli apparecchi sia consentito solo in sostituzione di quelli già esistenti. L’emendamento prevede altresì limitazioni per le pubblicità dei giochi. Nel dettaglio, vengono «vietati gli spot dei giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni radiofoniche e televisive generaliste dalle ore 7 alle ore 22 di ogni giorno». Le violazioni sono punite con sanzioni pecuniarie che vanno da 100.000 a 500.000 euro irrogate dall’Agcom al committente della pubblicità, a chi la effettua e al proprietario del mezzo con cui viene diffusa.

Leopolda di governo

Un mappamondo illuminato con ben visibile l’Italia al centro, un palco che sembra il palcoscenico di un teatro con la scrivania e tante valigie e bauli e simboli del viaggio. La Leopolda di governo (sesta edizione) si è aperta così. La kermesse renziana che scriverà l’agenda dei sostenitori del segretario Pd durerà fino a domenica.

L’Isis riminaccia Roma

La Conferenza sulla Libia che si terrà a Roma domenica nel mirino dell’Isis. Lo auspicano i sostenitori della jihad islamica sul web. Intanto è stato diffuso un nuovo video propagandistico sulla presa di Roma del Califfo.

© Riproduzione riservata