di Anna Messia  

A prevalere sono stati i buy, ovvero i consigli di acquistare azioni di Poste Italiane . Perché secondo gli analisti le potenzialità del gruppo guidato da Francesco Caio sono notevoli, grazie soprattutto alla rete capillare e alla capacità di raccogliere risparmio. Ieri, finito il black out period scattato in occasione dell’ipo del 27 ottobre, gli analisti hanno diramato giudizi decisamente positivi sul titolo, che in borsa ha guadagnato l’1,99% terminando le contrattazioni al massimo storico di 7,17 euro (dai 6,75 del collocamento) tra scambi-record per oltre 6 milioni di pezzi.

Buy da Kepler Cheuvreux e da Ubs, come da Citigroup, che ha fissato il prezzo-obiettivo a 8 euro. Secondo gli esperti della banca americana, la forza di Poste Italiane  sono «una rete senza paragoni» e «un brand che ispira fiducia», oltre alla possibilità di «ulteriore diversificazione nei servizi finanziari» e ai frutti che potrebbero arrivare dalla ristrutturazione nella logistica. In Citigroup si attendono, in particolare, che l’utile operativo salga dai circa 850 milioni previsti per il 2015 a 1,8 miliardi nel 2019, mentre l’utile netto dovrebbe raddoppiare da 540 milioni a 1,1 miliardi. Decisamente positivo anche il giudizio di Mediobanca  Securities, secondo cui Poste è il «money supermarket» d’Italia. «Possiede più punti vendita dei cinque top supermarket in Italia e la sua rete di Pos è prossima al totale dei primi cinque gruppi bancari», osservano gli analisti, che premiano anche la profonda trasformazione del gruppo; nel 2000 era un puro operatore postale che generava il 61% dei suoi 7,1 miliardi euro di ricavi dall’attività postale, mentre oggi è diventato un gruppo finanziario che ricava solo il 14% dei suoi 28,5 miliardi di fatturato dai servizi postali. Ora l’ambizione è diventare leader di mercato nel risparmio gestito, nelle transazioni e nei pagamenti digitali e nell’e-commerce entro il 2020. «Per queste ragioni non consideriamo Poste un diretto concorrente di altri operatori postali o di società specializzate nella logistica, visto che hanno diversi modelli di business e dimensioni differenti», spiegano gli analisti di Mediobanca , che hanno fissato il prezzo obiettivo a 8,5 euro e stimano 1,8 miliardi di dividendi nel periodo 2015-2018. Tra gli analisti più cauti figurano invece quelli del Credit Suisse (rating neutral e prezzo obiettivo a 6,6 euro), che sottolineano «l’interessante dividendo» e apprezzano la storia di ristrutturazione, segnalando però che «non è priva di rischi».

Commentando i giudizi degli analisti, Caio ha apprezzato il fatto che «abbiano colto la solidità finanziaria e i risultati, ma soprattutto le prospettive di sviluppo». L’ad ha anche ribadito che il 2015 sarà migliore del 2014. (riproduzione riservata)