di Gabriele Ventura 

 

Un equo compenso per gli avvocati che assistono banche e assicurazioni. Per evitare i comportamenti vessatori dei clienti «forti» nei confronti dei legali, non più tutelati dai minimi tariffari. È uno dei punti della normativa che sta costruendo il Consiglio nazionale forense, annunciata al congresso Oua di Torino e che sarà presentata nel nuovo anno, per disciplinare il compenso e l’equità nei rapporti di mandato tra avvocati e clienti che possono approfittare della propria posizione dominante (si veda ItaliaOggi del 27 novembre scorso).

In particolare, precisa Andrea Mascherin, presidente del Cnf, «la norma sarà costruita all’interno dell’attuale sistema normativo, che già prevede alcuni principi di tutela per le imprese, e che saranno declinati per gli avvocati e i professionisti». Le forme di equo compenso non saranno individuate solo dagli avvocati «ma da commissioni di cui faranno parte tutti gli operatori del mercato: il ministero della giustizia, rappresentanti delle banche, delle imprese e via dicendo», afferma Mascherin. Il progetto, che è stato illustrato agli ordini territoriali in occasione dell’ultima Agorà, si fonda in particolare sul rispetto del principio contenuto nell’art. 26 della Costituzione che tutela il lavoro dipendente. «Riteniamo», sottolinea il presidente del Cnf, «che debba essere rispettata anche la dignità del lavoro del professionista. Oggi, guardando anche agli scandali di questi giorni, appare ancora più evidente che le posizioni dominanti dei soggetti forti stanno penalizzando il lavoro di tutti e non sono mai state contrastate». In generale, alla Agorà degli ordini, che si è riunita il 17 dicembre scorso, sono stati presentati i progetti dell’avvocatura per il 2016, illustrati dai consiglieri nazionali coordinatori dei diversi gruppi di lavoro. Per quanto riguarda i consigli distrettuali di disciplina, il Cnf sta lavorando a linee guida per promuovere prassi virtuose e a ulteriori interventi sul regolamento Cnf relativo al procedimento disciplinare, per renderlo ancora più efficiente. A questi interventi potranno accompagnarsi anche proposte di modifica legislativa. In materia di processo penale, l’Agorà formulerà alcune osservazioni al ddl cosiddetto «Canzio» di riforma del codice di procedura penale, evidenziandone gli aspetti positivi e suggerendo modifiche sugli aspetti più critici, soprattutto in modo che sia rispettata e rafforzata la centralità del dibattimento anche in questo annunciato intervento di riforma. Il gruppo di lavoro difesa d’ufficio e patrocinio a spese dello stato, invece, sta lavorando alla predisposizione di linee guida per i Coa sulla difesa d’ufficio. E a una proposta di legge organica sul patrocinio a spese dello stato. Sulle forme di garanzia di trasparenza delle attività ordinistiche, il gruppo di lavoro ha raccomandato agli ordini di predisporre, approvare e adottare i piani anticorruzione e trasparenza quanto prima, e comunque senza attendere l’imminente scadenza dei termini. E, per gli ordini che hanno già approvato uno o entrambi i piani, di predisporre entro metà gennaio la relazione annuale, unitamente all’aggiornamento e all’implementazione del/dei piano/i già adottati. Infine, ricordiamo che in merito alla riforma forense, il Parlamento ha licenziato tutti i pareri sugli schemi di decreto ministeriale di attuazione della legge (esame di stato, accertamento dell’esercizio della professione forense, tirocinio, categorie professionali che possono costituire società con avvocati, tirocinio presso gli uffici giudiziari). La palla è ora in mano al ministro Andrea Orlando per l’adozione dei testi definitivi.