di Mauro Romano

Il taglio delle aliquote sui rendimenti di casse e fondi pensione passa per gli investimenti nell’economia reale. Il pacchetto di emendamenti alla legge di Stabilità, presentati dal relatore Giorgio Santini del Partito democratico e approvati ieri in commissione Bilancio al Senato, comprende anche il meccanismo che di fatto sterilizza, in parte, il previsto aumento della tassazione che salirà al 26% per le casse e al 20% per i fondi. 
La chiave per non procedere a una riduzione tout court degli aumenti è un credito di imposta per chi decide di finanziare investimenti a medio e lungo termine a sostegno dell’economia da individuare con un successivo decreto ministeriale.

Si tratta di una misura «rilevante», aveva spiegato in mattinata il viceministro Economia, Enrico Morando. In pratica le aliquote ordinarie rimarranno quelle previste ma quando gli investimenti riguarderanno il sostegno dell’attività produttiva delle imprese italiane, e naturalmente europee, l’aliquota di prelievo, tramite un meccanismo tecnico sarà ridotta ai livelli pre aumento, ha aggiunto il numero due di Via XX Settembre, spiegando come sia inoltre auspicabile che gli interventi siano prevalentemente in Italia. La misura si muove nella direzione di quanto richiesto fin dalle prime battute dell’iter parlamentare della Stabilità. Tema che si era deciso di affidare al Senato, dopo il passaggio alla Camera, per studiare meglio le coperture necessarie. La disposizione, si legge nella nota tecnica, comporterà infatti un onere di 80 milioni di euro a decorrere dal 2016.

Per Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, la misura rappresenta «un piccolo passo avanti rispetto alle scelte iniziali ma in un contesto di trattamento fiscale della previdenza complementare decisamente penalizzante e profondamente lontano dagli standard europei». Un giudizio che non si discosta da quello espresso dal suo omologo in Assofondipensione, Michele Tronconi, secondo cui l’emendamento, seppure «potenzialmente positivo» per quanto riguarda gli investimenti nell’economia reale, «non può essere in ogni caso una risposta adeguata a fronteggiare l’aumento al 20% né può rappresentare una misura compensativa».

Novità anche sul versante Irap. La commissione ha infatti dato l’ok all’estensione del credito d’imposta del 10% per le imprese senza dipendenti. La copertura necessaria è di 163 milioni e si accompagna al divieto di cumulo del nuovo regime dei minimi, escludendo dal forfait le partite Iva, i cui redditi da lavoro e assimilati superino i 20 mila euro. Gli emendamenti hanno inoltre dato una ulteriore sforbiciata ai tagli ai patronati. Gli iniziali 150 milioni di euro sono stati dimezzati a 75 milioni nel passaggio a Montecitorio e ora sono stati ulteriormente ridotti a 35. Via libera, inoltre, all’assegnazione alla Consip del parere di congruità economica sugli atti di affidamento per la prosecuzione degli interventi sul servizio telecomunicazioni relativo alla rete nazionale standard Tetra.

Si tratta della rete di comunicazione delle forze di polizia italiane, realizzata da Selex, una delle controllate diFinmeccanica , per il cui finanziamento nei giorni scorsi erano spuntati 150 milioni. Il governo, intanto, ha deciso di scremare nove emendamenti, cinque dei quali ritirati e quattro dichiarati inamissibili. Tra i primi quello che prevedeva l’aumento dei canoni annui per le concessioni delle trivelle, che avrebbe consentito un aumento di gettito del 59% passando a circa 2,6 milioni. (riproduzione riservata)