Per gli analisti la semplificazione azionaria varata da Cimbri è favorevole ai portatori di azioni privilegiate Ugf e di rnc B di UnipolSai. Penalizzate le rnc A, che potrebbero non essere convertite

di Andrea Di Biase 

L’annuncio, arrivato nella mattina di lunedì 1° dicembre, da parte di Unipol  gruppo finanziario (Ugf) e diUnipolSai , dell’intenzione di procedere alla conversione obbligatoria in azioni ordinarie dei titoli privilegiati e di risparmio attualmente in circolazione non ha avuto particolari contraccolpi sul mercato. 
Negli ultimi cinque giorni di borsa aperta i titoli ordinari Ugf e UnipolSai  non hanno registrato particolari sbalzi al rialzo o al ribasso rispetto alla chiusura di venerdì 28 novembre, segno che per questa categoria di titoli la conversione è di fatto neutrale. Più variegato è stato invece l’andamento dei titoli che saranno oggetto di conversione. Nel dettaglio le azioni ordinarie di Ugf hanno chiuso la settimana a 4,17 euro con un rialzo dell’1,02%, le ordinarieUnipolSai  a 2,298 euro, praticamente invariate, le UnipolSai risparmio di categoria B hanno guadagnato il 2,41% a 2,292 euro e le Ugf privilegio l’8,2% a 4,118 euro. Le vendite si sono concentrate invece sulleUnipolSai  risparmio di categoria A (-16,42% a 202,1 euro), che di fatto è la categoria di titoli che uscirà maggiormente ridimensionata dall’operazione di riassetto varata dal gruppo guidato da Carlo Cimbri.

 

Nel dettaglio l’operazione prevede la conversione obbligatoria dei titoli privilegiati Ugf in titoli ordinari sulla base di un rapporto di uno a uno, senza pagamento di alcun conguaglio, mentre, per quanto riguarda, UnipolSai  i rapporti di conversione sono di 100 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio A e di una azione ordinaria per ciascuna risparmio B. 
Anche in questi due casi sempre senza conguaglio. Affinché l’operazione possa perfezionarsi sarà necessario il via libera dell’Ivass, quello delle assemblee straordinarie di Ugf e UnipolSai  (pressoché scontato visto che Finsoe ha un peso determinante nell’assemblea di Ugf e quest’ultima domina quella della compagnia assicurativa) e quello delle assemblee speciali di ciascuna categoria di titoli che dovrà essere convertita.

In tutti i e tre i casi i portatori delle tre categorie di azioni speciali che non avranno concorso alla deliberazione potranno contare sul diritto di recesso fissato in 228,27 euro per le rnc di categoria A, in 2,238 per le rnc di categoria B e di 3,711 per le Ugf privilegiate. Ma chi deciderà di farsi liquidare in contanti non avrà la possibilità di beneficiare del dividendo a valere sull’esercizio 2014. Non solo, Cimbri, per minimizzare il costo dell’operazione per il gruppo bolognese, ha fissato in 100 milioni per le Ugf privilegio e in 30 milioni sia per le rnc A sia per le rnc B diUnipol , il valore massimo che potrà essere liquidato in contanti.

Secondo i broker, il rapporto di conversione è favorevole a coloro che detenevano titoli privilegiati di Ugf prima dell’annuncio dell’operazione, considerato che tale categoria di azioni aveva chiuso la seduta di venerdì 28 novembre con uno sconto del 7,8% rispetto al prezzo delle ordinarie. 
Premio che salirebbe all’8,54% rispetto al rapporto di conversione implicito nei prezzi medi di borsa degli ultimi sei mesi. Il prezzo di chiusura delle Ugf privilegio di venerdì 5 dicembre (4,118 euro), inoltre, è superiore al valore di liquidazione previsto dal recesso (3,711 euro), pertanto, spiegano dalle sale operative, conviene aderire all’operazione. Anche perché, come già sottolineato, chi decidesse di beneficiare del recesso non potrebbe incassare l’ultimo dividendo previsto per le azioni privilegiate. Dividendo che, secondo le stime di Equita («buy» con prezzo obiettivo 5,45 euro per le ordinarie e 5,47 euro per le priv.), dovrebbe essere di circa 29 centesimi per le Ugf privilegio (27 centesimi per le ordinarie) Per quanto riguarda invece l’impatto della conversione sulle azioni ordinarie Ugf, gli analisti di KeplerCheuvreux, ritengono che non sia particolarmente negativo, anche se confermano il giudizio «reduce» sul titolo della holding bolognese con prezzo obiettivo a 2,4 euro, stimato sui fondamentali del gruppo Ugf.

Più articolato, invece, il ragionamento degli analisti sui titoli di UnipolSai . Secondo la maggioranza dei broker, il rapporto di conversione offerto ai possessori di azioni di risparmio categoria B (che capitalizzano circa 840 milioni di euro) è praticamente in linea con le attese del mercato e riflette i valore dei prezzi dei titoli coinvolti. Per quanto riguarda invece il rapporto di concambio 1 a100 stabilito per le azione di risparmio di categoria A (che capitalizzano circa 310 milioni di euro), quasi tutti i broker ritengono che sia inferiore alle aspettative del mercato e a sconto del 5% rispetto al prezzo implicito sulle ordinarie. Per questa ragione in molti si attendono che nel corso dell’assemblea speciale, convocata per il 27 gennaio, saranno in pochi i portatori di azioni di risparmio di categoria A a votare a favore della proposta di conversione avanzata dal management. L’alternativa rappresentata dall’esercizio del diritto di recesso non conviene, considerato che il prezzo di chiusura delle rnc A di venerdì 28 novembre (241,8 euro) è inferiore ai 228,27 fissati come valore di liquidazione e che l’esercizio del recesso non consentirà di beneficiare del dividendo 2014. Tuttavia, considerato che molti portatori di questa categoria di titoli (che altro non sono che le vecchie azioni di risparmio Fondiaria-Sai ) li hanno acquistati prima della fusione della compagnia con Unipol  Assicurazioni, a un valore considerevolmente inferiore a quello del recesso, non è escluso che, in caso di ulteriore discesa del corso del titolo nelle prossime settimane, qualcuno decida di liberarsi dei titoli proprio attraverso il recesso. Anche se non tutte le richieste potranno essere accolte, visto il tetto di 30 milioni posto da Cimbri come ammontare massimo previsto per soddisfare gli azionisti che decidessero di farsi liquidare dalla società. E’ dunque possibile che, almeno per questa categoria di titoli, la situazione rimanga quella attuale. «La risposta è totalmente nella mani del mercato», ha affermato Cimbri lunedì 1° dicembre. «Se a larga maggioranza gradisce l’operazione bene, altrimenti resteremo volentieri con la categoria A». (riproduzione riservata)