Nel 2013 il valore della ricchezza netta complessiva degli italiani è diminuito rispetto al 2012 dell’1,4% a prezzi correnti; la flessione del valore delle attività reali (-3,5%), dovuta al calo dei prezzi medi delle abitazioni (-5,1%), è stata solo in parte compensata da un aumento delle attività finanziarie (2,1%) e da una riduzione delle passività (-1,1%). Lo rileva Bankitalia nel supplemento al Bollettino statistico. In termini reali (utilizzando il deflatore dei consumi) «la ricchezza netta si è ridotta dell’1,7% rispetto al 2012», mentre, «dalla fine del 2007, la flessione a prezzi costanti è stata dell’8%».

A fine 2013, la ricchezza netta delle famiglie italiane era di 8.728 miliardi di euro, 356 mila euro di media per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 60% del totale delle attività, quelle finanziarie il restante 40%. Alla fine del 2013, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane superava i 4.900 mld, -4,1% rispetto al 2012 (-4,4% in termini reali).

Quanto all’evoluzione bancaria, in novembre, il tasso dei mutui è rimasto al 2,90%, il valore più basso da novembre 2010). Il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è stato del 3,66%. Il tasso sui nuovi prestiti in euro alle società non finanziarie si è ridotto al 2,70%. Non accennano a scendere, invece, le sofferenze bancarie lorde: in ottobre sono salite del 21,7% a 179,255 mld. In rapporto agli impieghi, le sofferenze sono state del 9,5%, il valore più elevato da giugno 1998, quando è iniziata questa rilevazione.

È migliorata invece la dinamica dei prestiti bancari a novembre: -1,6% a 1.813,3 mld, rispetto al -2,1% di ottobre. Dopo oltre 30 mesi di valori negativi, i prestiti a famiglie e società hanno invece smesso di diminuire: sono ammontati infatti a 1.419 mld, con una variazione annua nulla, il miglior risultato da aprile 2012. Sempre in novembre, è scesa dell’1,5% a 1.708,6 mld la raccolta bancaria. Erra scesa del 2,4% in ottobre 2014 ed era salita dello 0,6% a novembre 2013. I depositi sono cresciuti del 3,6% (+2,3% in ottobre), a 1.260,4 mld. Le obbligazioni sono scese del 13,4% (-13,4% anche in ottobre) a 448,2 mld.

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