Se nella Legge di Stabilità passerà la retroattività dell’aumento della tassazione dei fondi di previdenza complementare, Assofondipensione porterà il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale italiana e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per contestarne la legittimità in difesa dei contribuenti. Lo ha annunciato ieri a Roma, all’Assemblea Annuale dell’Associazione che riunisce Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, Agci, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, e che rappresenta oltre due milioni di lavoratori iscritti a 34 fondi di categoria, il presidente Michele Tronconi.

Dagli interventi in Assemblea è emersa la forte preoccupazione del mondo dei fondi pensione negoziali, nati da accordi tra datori di lavoro e sindacati a livello di aziende, settori o categorie, per le misure previste nel ddl di Stabilità che va in aula al Senato dopo l’approvazione della Camera: in particolare la possibilità per il dipendente di avere il TFR in busta paga e l’aumento della tassazione dei rendimenti dei fondi pensione dal 20% al 26%, calcolata con effetto retroattivo sull’intero 2014.

Il Presidente Tronconi ha dato un “altolà” al Governo, chiedendo un passo indietro sulla retroattività che possa rappresentare una “premessa di dignità tra le parti” per la proposta che l’Assemblea di Assofondipensione ha lanciato oggi da Roma: un patto con il Governo per fare insieme una “grande campagna di comunicazione, sostenuta anche dal Governo stesso, per fare chiarezza sulla convenienza e sulla necessità del secondo pilastro della previdenza”. Il primo patto che dobbiamo rispettare – ha affermato Michele Tronconi – è quello con i lavoratori che aderiscono ai nostri fondi. E se il Governo sbaglia i suoi interventi, noi abbiamo innanzitutto il dovere di chiederne la correzione. Poi però abbiamo anche il dovere, così come il Governo che pretende più imposte dai cittadini, di ricostruire un clima di collaborazione. Nonostante l’aggravio della tassazione sui rendimenti, la scelta di aderire alla previdenza complementare, soprattutto quella negoziale, si conferma la più conveniente rispetto a tutte le alternative”. 

Lo dimostrano i risultati finanziari ottenuti, ricordati nel suo intervento anche dal vice presidente di Assofondipensione Maurizio Petriccioli: “La dinamica dei rendimenti dei fondi pensione negoziali – ha affermato – è ampiamente positiva: dal dicembre 2013 al settembre  2014 i fondi istituiti dalla contrattazione collettiva hanno registrato un risultato positivo del 5,8% a fronte del 5,9% dei fondi pensione aperti e del 5,1% dei Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo”, mentre la rivalutazione del TFR, che nel 2013 è stata pari all’1,7%, nei primi nove mesi di quest’anno si è ridotta all’1%.  Senza contare, ha sottolineato Petriccioli, che “nel dato dei fondi negoziali è assente il valore aggiuntivo del rendimento implicito relativo al contributo versato dal datore di lavoro”.

Dall’Assemblea annuale è emersa anche la disponibilità di Assofondipensione a costruire, ha ribadito il Presidente Tronconi,  “strumenti adatti per riportare parte del risparmio previdenziale ad investire nell’economia reale italiana. Nei loro interventi sia Tronconi sia il vice presidente Petriccioli hanno ricordato che il “cambio di vento nei confronti della previdenza complementare”, testimoniato dai provvedimenti della Legge di Stabilità, ha interrotto il dialogo con il ministro dell’Economia Padoan per l’istituzione a questo fine di un fondo di fondi “dedicato”, anche con la partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti. “Assumere un ruolo di investitori istituzionali fino in fondo – ha sostenuto il presidente di Assofondipensione Michele Tronconi rilanciando la volontà di collaborare a questo obiettivo – è tuttavia qualcosa che va al di là degli incidenti di percorso che possono sorgere nell’interlocuzione con il Governo pro tempore”.