Se si guarda a come il mercato assicurativo si è mosso finora, la riforma dell’Rc Auto messa a punto nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri venerdì 13 rischia di far calare ben poco le tariffe delle polizze italiane, che continuano a essere le più care d’Europa. A fornire i numeri del fenomeno è stato ieri il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella che, chiamato in audizione alla commissione Finanze della Camera, ha sottolineato il fatto che gli interventi del governo vanno nella direzione più volte auspicata dall’autorità. Perché è stato per esempio incentivato l’utilizzo delle scatola nera e del risarcimento in forma specifica, che dovrebbero contribuire a far calare le frodi. Anche se, come ha dichiarato lo stesso Pitruzzella, «occorrerà verificare se e in che misura i livelli di sconti che le compagnie proporranno al mercato saranno in grado di fornire quell’impulso competitivo che ancora oggi stenta a manifestarsi». Il decreto, come noto, prevede che le compagnie siano obbligate a praticare uno sconto del 7% sull’Rc Auto agli assicurati che si faranno montare sull’auto la scatola nera o meccanismi simili (a spese delle compagnia), mentre per chi acconsentirà a farsi riparare l’automobile in carrozzerie convenzionate il taglio del prezzo sarà del 5%, che salirà al 10% in alcune aree a alto rischio frodi, individuate dal ministero dello Sviluppo Economico. Il fatto è che il decreto stabilisce che si tratta di una scelta discrezionale: in altri termini, le compagnie saranno lasciate libere di aderire o meno all’iniziativa e offriranno scatole nere e carrozzerie convenzionate, con sconto annesso, soltanto se lo riterranno conveniente. Finora però, come ha mostrato ieri la stessa Antitrust sia la scatola nera sia il risarcimento in forma specifica hanno attecchito ben poco nel mercato assicurativo italiano. Non solo; gli sconti riconosciuti ai clienti che hanno aderito alle due iniziative sono stati ben inferiori a quelli imposti ora per decreto. (riproduzione riservata)