di Anna Messia

 

Un’emissione speciale della Cassa Depositi e Prestiti dedicata ai fondi pensione e vincolata a investire in imprese italiane o in infrastrutture. O magari un fondo, con la garanzia e la compartecipazione dello Stato ai rendimenti, emesso sempre dalla Cassa, anche questo allo scopo di sostenere le imprese e l’economia italiana.

Potrebbero essere questi gli strumenti messi in campo dal Cdp per consentire ai fondi pensione negoziali di convogliare parte dei 34 miliardi del loro patrimonio a favore della ripresa del Paese, come è emerso dall’assemblea annuale di Assofondipensione, l’associazione che rappresenta i fondi pensione negoziali, alla quale ha preso parte il presidente delle Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini.

I fondi pensione, dal canto loro, sono pronti a scendere in campo, come ha dichiarato il presidente di Assofondipensione, Michele Tronconi: «Sarebbe importante, soprattutto nel contesto attuale di crisi economica e finanziaria del nostro Paese, creare i presupposti per stimolare e orientare l’attività di investimento dei fondi pensione anche verso lo sviluppo locale, gli investimenti infrastrutturali e il finanziamento delle pmi». A oggi oltre il 70% delle risorse finanziarie dei fondi è investito in titoli di debito, con una larga prevalenza di quelli pubblici. Mentre l’esposizione azionaria è di circa il 24%, con un peso delle azioni italiane inferiore all’1%.

Finora l’asset allocation di questi strumenti è stata quindi concentrata su asset tradizionali. Una scelta che, in termini di rendimenti, in realtà si è rivelata vincente visto che i fondi pensione hanno continuato a dare buone soddisfazioni e hanno dimostrato di reggere anche ai momenti più difficili dei mercati. Ma l’attuale livello particolarmente basso dei tassi d’interesse costringe ora i fondi pensione negoziali a percorrere nuove strade e a diversificare maggiormente il proprio portafoglio guardando, come detto, anche all’economia reale con l’obiettivo di contribuire alla ripresa. Ma c’è bisogno di creare strumenti che riconoscano da una parte redditività, bassa rischiosità e liquidità, adatti a fondi pensione che devono dare certezze ai lavoratori. «L’offerta, sia pubblica sia privata, non è stata ancora in grado di soddisfare le specifiche esigenze dei fondi pensione, per esempio, con vincoli di destinazione», ha sottolineato Tronconi. A lavorare alla materia c’è anche il ministero dell’Economia e la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe avere un ruolo importante. «Lo strumento più semplice da avviare potrebbe essere un’emissione di buoni dedicati ai fondi pensione», ha dichiarato Bassanini, «visto che in questo caso la garanzia dello Stato sarebbe automatica vista la natura dei buoni».

Il dibattito è aperto e nuove possibilità potrebbero essere offerte anche dalla legge di Stabilità, ora all’esame della Camera, che potrebbe aumentare il raggio d’azione della Cassa Depositi e Prestiti. «La sfida che ci troviamo davanti è di innescare un circolo virtuoso a favore del sistema economico e produttivo del Paese che possa agevolare il ritorno di parte delle risorse accantonate dai lavoratori e dalle imprese nel circuito dell’economia reale», ha concluso Tronconi. (riproduzione riservata)