di Teresa Campo e Anna Messia

Come annunciato dal presidente del Consiglio Enrico Letta, il governo va avanti sulla strada delle riforma dell’Rc Auto con una serie di modifiche, contenute nel ddl collegato alla legge di Stabilità, che approdano oggi all’esame del Consiglio dei ministri. Modifiche destinate a sollevare un acceso dibattito, visto che l’ultima bozza, circolata ieri sera e pronta per il Consiglio di oggi, conferma le indiscrezioni raccolte da MF-Milano Finanza il 6 dicembre e che prevedono sconti prefissati per gli automobilisti che decideranno di farsi installare la scatola nera o strumenti equivalenti sulla propria autovettura.

La bozza finale prevede che, se l’assicurato acconsente all’installazione di questi strumenti, «i costi di installazione, disinstallazione, sostituzione e portabilità sono a carico dell’impresa, che deve applicare, all’atto della stipula del contratto, una riduzione significativa del premio». Il documento precisa anche che la riduzione del premio non può essere comunque inferiore, in caso di nuovo contratto, al 10% del premio base applicato l’anno precedente dalla stessa impresa su base nazionale. Imposizioni sugli sconti che non sembrano affatto gradite dalle imprese di assicurazione. «È circolato un testo che speriamo non sia quello che verrà adottato perché ha molti irrigidimenti e molte imposizioni di sconti e pensiamo che un mercato non possa essere efficiente con l’introduzione di misure così dirigistiche», aveva dichiarato solo qualche giorno fa Vittorio Verdone, direttore centrale auto, distribuzione e consumatori dell’Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie di assicurazione. Il caso della scatola nera non è l’unico sconto che verrebbe imposto alle assicurazioni; anche nel caso in cui la compagnia offra la riparazione diretta del veicolo danneggiato deve applicare uno sconto dell’8%, che salirà al 12% in alcune aree territoriali definite da un successivo decreto del ministero dello Sviluppo.

Nel documento che approda oggi in cdm sono poi previsti interventi per facilitare le cartolarizzazioni e aumentare la capacità di diffusione dei cosiddetti mini-bond. Oltre che per dare maggiori certezze al mercato dei factoring, rendendo meno onerosi gli adempimenti burocratici per le aziende cedenti. Confermate inoltre le misure per alleggerire il costo dell’energia di circa 600 milioni, con una sforbiciata alla bolletta elettrica.

In tema di immobili il governo interverrà sulle società di investimento immobiliari quotate, rendendo meno rigidi i parametri per accedere al regime fiscale agevolato al fine di favorirne lo sviluppo, finora ridottissimo. Il tetto al 51% per il possesso azionario del socio di controllo salirà fino al 60%, mentre il requisito partecipativo del 35% in mano ad azionisti con meno del 2% ciascuno verrà ridotto al 25%. Alle società cui mancano i requisiti in fase di costituzione viene dato più tempo per adeguarsi. Vincoli meno rigidi anche sul fronte della distribuzione degli utili, ridotta dall’85 al 70%, quota che mitiga lo svantaggio rispetto agli altri Paesi, dove si pagano cedole in base all’utile civilistico, che consente di dedurre gli ammortamenti sugli immobili affittati. (riproduzione riservata)