Mediobanca si prepara a rivedere la governance secondo le richieste di Bankitalia, con uno snellimento e una presenza ancora maggiore di membri indipendenti nel cda.

Già al prossimo consiglio del 9 febbraio sarà fatto un primo punto sul tema, quando verranno affrontati i rilievi emersi in un’ispezione di Via Nazionale, relativi non solo al governo societario. Ma le riflessioni sulla governance saranno avviate più probabilmente in occasione del cda sulla semestrale del 19 febbraio. Quel giorno si riunirà anche il patto di sindacato dell’istituto e sarà quella l’occasione in cui i grandi soci apriranno anche il cantiere per la revisione dell’accordo parasociale, con il superamento dei tre diversi gruppi di azionisti e una conseguente ridefinizione anche dei criteri oggi previsti per l’indicazione dei consiglieri. L’attuale patto prevede un consiglio di almeno 23 membri (tra cui 5 dirigenti della banca) e 16 soggetti indicati dai diversi gruppi (5 dalle banche, 7 dagli industriali e 4 dai soci esteri). È probabile invece che il consiglio di Mediobanca in futuro vada verso i 10-15 componenti, e che il patto in futuro si limiti a formulare la composizione di una lista di maggioranza. Con l’assemblea di ottobre per l’approvazione del bilancio di esercizio, Mediobanca dovrà rinnovare il cda in scadenza. Si può dunque ipotizzare, ma ancora la tempistica non è chiara, che le nuove regole sulla governance andranno a un’assemblea straordinaria convocata precedentemente, in modo da poter arrivare al rinnovo con le nuove regole. Intanto la banca retail del gruppo, CheBanca!, ha annunciato il debutto nel risparmio gestito, dove punta a una raccolta netta di 600 milioni nel 2014 e di 2 miliardi alla fine del piano triennale che terminerà a giugno 2016. La nuova piattaforma, online da oggi, secondo le intenzioni dell’istituto promette di essere più accessibile, trasparente ed economica, senza commissioni di ingresso, uscita o performance. Attualmente i guadagni dalle commissioni sono «marginali», ha spiegato l’ad di CheBanca!, Gian Luca Sichel. «Puntiamo ad avere il 30% del margine di intermediazione un domani dalle commissioni», ha aggiunto, sottolineando che il percorso verso il pareggio di bilancio, indicato in precedenza come obiettivo alla fine del piano triennale al 2016, «sta andando più veloce del previsto». «I clienti oggi ricercano soluzioni di risparmio flessibili, comprensibili e trasparenti», ha commentato Roberto Ferrari, direttore generale di CheBanca!, «da noi è possibile trovare risposta a questi bisogni. Il cliente è libero di scegliere l’approccio che gli è più congeniale». (riproduzione riservata)