di Angelo Di Mambro e Luigi Chiarello  

 

Ventuno arrestati per frode e falsificazione dei documenti con 200 cavalli coinvolti, passati con disinvoltura dai laboratori farmaceutici alla filiera alimentare in Francia, ed esportati in Spagna e «forse in Italia», secondo alcune fonti stampa (Le Monde). L’indagine condotta dalla procura di Marsiglia su undici dipartimenti amministrativi transalpini ha svelato un’efficiente rete di veterinari, dipendenti di macelli e professionisti della contraffazione che falsificavano documenti per rivendere nella filiera alimentare carne di cavallo non idonea al consumo umano.

I capi provenivano in particolare dai laboratori della Sanofi, che ha collaborato all’indagine e ha deciso di costituirsi parte civile, ma anche da ippodromi e centri equestri. Cavalli trattati per una vita con farmaci che, secondo le norme, non devono arrivare sul piatto dei consumatori.

L’inchiesta non è ancora chiusa, mancano «due o tre giorni» assicurano fonti del governo di Parigi. Al momento secondo gli inquirenti «non esiste prova» che la carne dei cavalli in questione fosse «dannosa per la salute». Il coinvolgimento di mattatoi spagnoli, consapevoli o meno della frode, è probabile vista le perquisizioni svolte dalla gendarmerie in alcuni stabilimenti oltre i Pirenei. In Italia l’ente nazionale protezione animali (Enpa) ha chiesto al ministero della salute «controlli urgenti per evitare che tali traffici colpiscano anche il nostro paese». Vista l’urgenza del caso anche ItaliaOggi ha contattato il ministero della salute per avere informazioni a riguardo. La Direzione generale servizi veterinari ha risposto che, appresa la notizia, «ha immediatamente contattato la Commissione Ue che gestisce il coordinamento del sistema di allerta comunitario, per acquisire le informazioni utili alla gestione di eventuali interventi sul territorio nazionale. Al momento», ha aggiunto, «non ci sono segnalazioni ufficiali, tramite la rete del sistema di allerta, di eventuali spedizioni in Italia di carni equine oggetto dell’indagine». Il ministero, comunque, fa sapere che «sta monitorando costantemente la situazione ed è in grado, attraverso i propri uffici veterinari per gli adempimenti comunitari, i Nas e i sistemi informativi di tracciabilità, di procedere al rintraccio immediato e al sequestro di eventuali spedizioni di carni che dovessero essere segnalate, con destinazione Italia, tramite il sistema di Allerta Ue». Sia come sia, «l’ampiezza della truffa sarà determinata dal risultato delle indagini», si legge in una nota del ministero dell’agricoltura francese. Anche la Commissione Ue sta alla finestra: «Per ora è questione nazionale», dicono fonti di Bruxelles, «aspettiamo la fine dell’inchiesta». Il sospetto della mescolanza delle filiere era più volte emerso durante lo scandalo Horsegate della scorsa primavera, quando tracce di carne equina furono ritrovate nei piatti surgelati che si dichiaravano «al manzo» di mezza Europa, con la Francia paese maggiormente coinvolto. In quel caso i controlli diedero risultati negativi, stavolta sembra sia diverso.