di Roberta Castellarin    

L’industria italiana del risparmio gestito si appresta a chiudere un anno da record. In base alle statistiche elaborate da Assogestioni, in novembre il settore ha registrato una raccolta netta di 4,8 miliardi. I flussi negli 11 mesi dell’anno salgono così oltre quota 65,5 miliardi e il 2013 sarà il miglior anno dal 1999, quando i fondi raccolsero il corrispettivo di oltre 88 miliardi di euro.

Questo risultato ha permesso di recuperare i deflussi del 2011 (-11,8 miliardi) e del 2012 (-40,8 miliardi). Inoltre l’effetto-raccolta, assieme alle performance dei mercati, hanno fatto lievitare il patrimonio gestito dall’industria italiana dell’asset management al valore mai raggiunto prima di 1.333 miliardi. Ma dalla mappa diffusa dall’associazione presieduta da Giordano Lombardo emerge anche che il risultato di novembre è stato ottenuto soprattutto grazie al contributo dei fondi, che hanno registrato flussi netti per 4,3 miliardi facendo così arrivare il bilancio da inizio anno a 46 miliardi. A dimostrazione che il prodotto-fondi è tornato a essere proposto, oltre che dalle reti di promotori finanziari e dalle private bank, anche agli sportelli degli istituti bancari.

In dettaglio, in novembre la raccolta fondi è stata positiva per 4,8 miliardi mentre i flussi nelle gestioni di portafoglio sono stati di 500 milioni. Queste ultime in particolare comprendono le gestioni delle polizze Vita di ramo I e quelle delle polizze unit linked (ramo III), oltre ai mandati di gestione dei fondi pensione. In particolare, le polizze di ramo I (ovvero le tradizionali polizze Vita legate alle gestioni separate) stanno di nuovo registrando il ritorno d’interesse dei risparmiatori anche perché sono tra i pochi strumenti (assieme ai fondi pensione e ai fondi sanitari) rimasti esenti dall’imposta di bollo, ovvero la mini-patrimoniale introdotta lo scorso anno che oggi ha un’aliquota dello 0,15% ed è destinata a essere rincarata allo 0,2% dalla legge di Stabilità 2014. Da inizio anno i fondi tengono ben salda la supremazia nella raccolta con flussi per 46 miliardi, contro i 19,5 delle gestioni di portafoglio. Sul fronte delle singole categorie dei fondi aperti, va segnalato che è proseguito anche in novembre il recupero dei comparti azionari con flussi netti per 615 milioni, in aumento dai 236 di settembre, per un totale di 3,9 miliardi da inizio anno. Bene anche i bilanciati con una raccolta netta in novembre di 497 milioni, pari a 6,2 miliardi da gennaio. In recupero i fondi obbligazionari che nei mesi scorsi avevano perso appeal nei confronti degli investitori. In novembre la categoria dei fondi obbligazionari ha registrato una raccolta netta positiva per 406 milioni dopo il rosso di 650 milioni di ottobre e da inizio anno i flussi sono ancora ampiamente positivi (12,4 miliardi). Ma la categoria che ha raccolto più di tutti sia in novembre sia da inizio anno è quella dei flessibili, segno che i sottoscrittori di fondi in questa fase di incertezza preferiscono dare carta bianca al gestore. I flessibili in novembre hanno ottenuto 2,8 miliardi, in aumento dagli 1,7 di ottobre, con un bilancio positivo da gennaio per 26,6 miliardi.

Per quanto riguarda il passaporto dei fondi, i comparti di diritto estero tengono sempre testa con una raccolta positiva per 3,1 miliardi in novembre e con un saldo di 35,5 miliardi da gennaio. I fondi esteri detengono 390 miliardi, il 70% degli asset complessivi. Mentre i prodotti di diritto italiano hanno ottenuto nel mese scorso 1,1 miliardi, che portano il bilancio dell’anno a 10,4 miliardi, e hanno raggiunto un patrimonio di 164 miliardi, il 30% del totale. Tra le singole società di gestione a novembre i primi tre gruppi per raccolta sono stati:Intesa Sanpaolo (1,5 miliardi), Am Holding (1 miliardo) e Jp Morgan Asset Management (455 milioni). (riproduzione riservata)