di Andrea Di Biase Settimana decisiva per l’integrazione tra Unipol e Fondiaria-Sai. In vista dei consigli di amministrazione delle quattro società coinvolte nella fusione, in agenda per giovedì 20 dicembre, proseguono le riunioni tecniche tra gli advisor finanziari e il management team delle società guidato da Carlo Cimbri, per mettere a punto il piano industriale congiunto e definire i concambi. Un processo che è ormai alle battute finali e che sta vedendo anche il pieno coinvolgimento dei comitati degli amministratori indipendenti delle quattro società coinvolte, considerato che il loro parere è vincolante, trattandosi di un’operazione tra parti correlate. Secondo quanto appreso in ambienti finanziari, il risultato finale non dovrebbe discostarsi troppo dall’ipotesi di concambio approvata dai consigli lo scorso giugno, che prevedeva l’assegnazione a Unipol gruppo finanziario (Ugf) del 61% della compagnia che nascerà dall’incorporazione in FonSai di Premafin, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni. Gli azionisti di minoranza di Fondiaria-Sai, tra cui Unicredit, Sator e Palladio, riceverebbero dunque il 27,45% della nuova società, mentre le minoranze di Milano e Premafin avrebbero rispettivamente il 10,7% e lo 0,85%. Il confronto tuttavia è ancora in corso e prima di giovedì dovranno essere limati alcuni aspetti anche per evitare intoppi al momento delle assemblee. Se sul tema della valutazione dei titoli strutturati in portafoglio a Unipol Assicurazioni non ci sarebbero grandi divergenze di visioni tra gli advisor, un punto sul quale si sta ancora ragionando riguarda il concambio previsto per gli azionisti di risparmio di Milano Assicurazioni. L’ipotesi di lavoro originaria prevedeva che, al momento della fusione, questa categoria di azionisti ricevesse titoli di risparmio di categoria B di Fondiaria- Sai. Si tratta delle nuove azioni rnc e m e s s e nell’ambito dell’aumento FonSai, che hanno un privilegio inferiore a quelle di categoria A, ma anche rispetto alle rnc Milano Assicurazioni attualmente scambiate sul mercato. Il rischio che, di fronte a questa ipotesi, i detentori di questi titoli possano dunque mettersi di traverso, bloccando di fatto l’incorporazione della Milano nella grande compagnia, è dunque più che una mera ipotesi di scuola. L’articolo 146 del Tuf prevede infatti che l’assemblea speciale degli azionisti di risparmio possa bloccare «l’approvazione delle deliberazioni dell’assemblea della società che pregiudicano i diritti della categoria». Perché questo possa accadere è necessario «il voto favorevole di tante azioni che rappresentino almeno il 20% delle azioni della categoria ». Un quorum che sembrerebbe facilmente raggiungibile, considerato che negli ultimi tempi molti fondi speculativi hanno fatto incetta di azioni rnc Milano e sarebbero pronti a dare battaglia. È dunque possibile che l’ipotesi iniziale di concambio possa essere modificata per evitare questo inconveniente. Una mancata incorporazione della Milano pregiudicherebbe infatti il raggiungimento di tutte le sinergie previste nel piano industriale. (riproduzione riservata)