Alcune simulazioni aiutano a capire se e quanto sia conveniente la nuova soluzione. Prima di tutto va ricordato che il nuovo criterio dà diritto alla pensione di vecchiaia in base alla riforma Fornero ossia, per il 2013, con 20 anni di contributi e un’età di 62 anni e 3 mesi per le lavoratrici dipendenti del privato; di 63 anni e 9 mesi per quelle autonome; di 66 anni e 3 mesi per i dipendenti pubblici e lavoratori autonomi. Ciò fa capire che non c’è scampo per chi poteva contare sulla vecchia ricongiunzione per anticipare l’uscita dal lavoro (per esempio facendo valere i requisiti del 2011 con la «certificazione del diritto»): questo anticipo può solo pagarselo. Il resto, si può valutare in tabella dov’è simulata la situazione di un lavoratore in due casi: 35 e 40 anni di lavoro, in parte versati a Inps e in parte a Inpdap.

Da notare che la pensione retributiva (o dell’ex ricongiunzione gratuita), prima colonna, è sempre superiore alle altre opzioni. Il dato nuovo appare un altro: se cresce l’età, la totalizzazione contributiva risulta più conveniente della nuova retributiva.