DI GIUSEPPE DI VITTORIO Tobin Tax a doppia aliquota: lo 0,2% di base viene ridotto della metà se la transazione è effettuata in un mercato regolamentato. Il governo nella proposta di emendamento al disegno di legge sulla stabilità depositato ieri in tarda serata dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in Commissione bilancio al Senato, ha stravolto il testo originario. Per quanto riguarda le azioni le aliquote sono aumentate ma è stata esentata l’attività di negoziazione intraday, le operazioni per intenderci aperte e chiuse all’interno della stessa giornata. Le tariffe saranno differenziate fra mercati regolamentati e non regolamentati. La pressione fiscale sarà maggiore sulle transazioni che avvengono sui mercati non regolamentati, in questo caso come detto l’aliquota sarà doppia. Sui derivati invece il governo ha scelto la strada molto saggia di procedere con una tariffa fissa per lotto di negoziazione: gli strumenti di questo tipo infatti hanno flussi reali finanziari molto ridotti rispetto ai valori nozionali del contratto. La base imponibile accoglie poi anche le obbligazioni ma solo quelle convertibili. Sempre con riferimento agli strumenti finanziari, sono escluse della Tobin Tax le azioni emesse dalle società più piccole, la cui capitalizzazione è inferiore ai 500 milioni di euro. Oltre alla base imponibile novità anche sul fronte dei soggetti passivi saranno inclusi anche i soggetti residenti all’estero esclusi nel testo originario. Ma andiamo con ordine. Le aliquote. Il governo ha proposto lo 0,2%. L’aliquota viene ridotta alla metà, lo 0,10% se la transazione è effettuata all’interno di un mercato regolamentato. L’imposta è pagata esclusivamente dal compratore delle azioni. Per quanto riguarda i derivati, come detto, il governo vuole procedere con una tariffa fissa. Anche in questo caso è operata una distinzione fra scambi su mercati regolamentati e scambi al di fuori di questi. Le tariffe nel primo caso vengono ridotte a 1/5. L’imposta sui derivati sarà pagata in parti uguali in base alla tariffa dal compratore e dal venditore. L’imposta verrà applicata a partire dal primo marzo 2013. Tenendo conto che si tratta di un anno ridotto in termini di applicazione l’aliquota per le azioni lieviterà allo 0,22%. Base imponibile. La base imponibile è costituita dal valore della transazione. Il presupposto oggettivo è lo scambio di titoli azionari emessi da società con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro. La valorizzazione della capitalizzazione verrà fatta all’inizio dell’anno solare. Per quanto riguarda i derivati sembrano inclusi solo i derivati su indici e quelli su azioni. Gli scambi all’interno delle dark pool sono colpiti dall’imposta cosi come anche quelli sui sistemi di negoziazione alternativi. Scure del fisco anche sulle macchinette. Il legislatore non ha trascurato nemmeno il trading ad alta frequenza. Il Ministero delle Finanze con successivo decreto stabilirà quando la transazione è considerata come generata da un algoritmo informatico. Ad ogni modo non potrà essere considerata veloce la transazione effettuata in un periodo superiore al mezzo minuto. Gli ordini colpiti sono quelli modificati o annullati. La base imponibile per la tassazione delle cosi dette «macchinette» è sempre il valore della transazione mentre l’aliquota aggiuntiva per questi ordini è dello 0,02%. © Riproduzione riservata