di Raffaele Ricciardi

Serve una soluzione in extremis per il salvataggio del Monte dei Paschi attraverso lo strumento dei Monti bond, che dovrebbero consentire all’amministratore delegato Fabrizio Viola di riscattare e sostituire i vecchi Tremonti bond (per 1,9 miliardi) e sostenere il piano industriale con un’emissione aggiuntiva di 2 miliardi. Ieri la modifica alla normativa che permetterebbe al Monte dei Paschi di pagare le cedole non solo con azioni, in caso di bilanci in rosso, ma anche con nuovi bond del Tesoro, non è stata inserita nel maxi-emendamento al decreto legge Sviluppo. Già martedì la commissione Bilancio del Senato non aveva esaminato la questione per la mancanza di una relazione tecnica sulla copertura finanziaria dell’operazione. Il provvedimento però appare sempre più urgente, anche alla luce della decisione di Standard & Poor’s che ieri ha tagliato il rating a lungo termine della banca senese da BBB- a BB+, ossia a livello junk (come Moody’s a metà ottobre), con outlook negativo. Secondo l’agenzia, nonostante gli sforzi di riduzione dei costi, la redditività operativa della banca rischia di ridursi nel 2013; la stessa decisione di chiedere 500 milioni di bond del Tesoro in più (per un totale di 3,9 miliardi) secondo S&P è un chiaro sintomo di stress. Diventa quindi sempre più urgente sbrogliare la matassa in Parlamento. Secondo più fonti, vista la volontà del Tesoro di liberare i nuovi Monti bond in favore di Mps, l’ultimo treno utile sarà un emendamento alla legge di stabilità. Lo stesso sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, si è espresso in questo senso e il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha detto di «sperare di arrivare nei prossimi giorni a una conclusione positiva». La sede dovrebbe essere ancora una volta la commissione Bilancio del Senato, che però questa volta attende una relazione sulle coperture finanziarie. Per la presentazione di emendamenti c’è tempo fino alle 18 di domani, ma governo e relatori potranno intervenire fino alla chiusura dei lavori della commissione, prevista per il 14 dicembre. Sul tema pende poi il via libera definitivo della Ue: il commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia è in attesa della notifica ufficiale dell’operazione. Sospeso tra Roma e Bruxelles, il Monte non dimentica le questioni senesi. Ieri i vertici della banca hanno presentato ai sindacati un piano da 1.100 esternalizzazioni per i lavoratori del Consorzio e l’attivazione di meccanismi di solidarietà per creare un fondo esuberi e incentivare il prepensionamento. Secco il no della Fisac, mentre Fabi, Fiba-Cisl, Uilca e Ugl hanno auspicato di trovare una sintesi tra le posizioni. (riproduzione riservata)