Alle compagnie vietato variare i premi in base al sesso 
 di Paolo Bozzacchi  

Uomini e donne uguali al volante. Almeno dal punto di vista delle assicurazioni europee. Sono entrate in vigore in settimana le nuove norme secondo cui gli assicuratori nell’Ue non potranno più variare il premio di uno stesso prodotto assicurativo in funzione del sesso dell’assicurato. Di conseguenza i prezzi delle assicurazioni potrebbero crescere o diminuire a breve termine per alcune categorie di clienti, ma probabilmente nel tempo si livelleranno.

Il cambiamento interviene dopo una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, secondo la quale far pagare a uomini e donne premi diversi esclusivamente sulla base del sesso è incompatibile con il principio della tariffazione unisex previsto dalla normativa comunitaria sull’uguaglianza di genere e con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. «L’uguaglianza di genere è un diritto fondamentale nell’Unione europea e la Corte di giustizia ha chiarito che si applica anche alle polizze assicurative», ha affermato la vicepresidente Viviane Reding, commissaria Ue per la giustizia. «Il settore assicurativo ha avuto più di un anno per preparare il passaggio alla tariffazione unisex e per tutto questo periodo la Commissione europea ha facilitato l’adeguamento. A partire da adesso, sarà suo compito controllare in che modo il settore riuscirà a mettere in pratica le nuove norme». Con sentenza del 1° marzo 2011 nella causa Test-Achats (C 236/09), la Corte di giustizia dell’Unione europea ha concesso alle compagnie di assicurazione fino al 21 dicembre 2012 per modificare le politiche di tariffazione e onorare così il principio della parità di trattamento tra donne e uomini anche nei premi e nelle prestazioni assicurative. Nel settembre 2011 Viviane Reding ha incontrato le principali compagnie di assicurazione europee per discutere di come la Commissione potesse aiutare il settore a adeguarsi alla sentenza della Corte. A seguito di questi incontri, il 22 dicembre 2011 la Commissione ha fornito indicazioni concrete al settore assicurativo europeo sull’esecuzione della sentenza.

Nella causa Test-Achats la domanda di pronuncia pregiudiziale della Cour constitutionnelle belga riguardava la discriminazione fondata sul sesso nel calcolo dei premi assicurativi. Il 1° marzo 2011 la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dichiarato invalida, con effetto a decorrere dal 21 dicembre 2012, la deroga alla legislazione dell’Ue in materia di parità di trattamento che autorizzava gli stati membri a mantenere differenze nei premi e nelle prestazioni individuali tra uomini e donne. La direttiva 2004/113/Ce del Consiglio sulla parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura (adottata all’unanimità dal Consiglio dei ministri dell’Ue) vieta, al di fuori del mercato del lavoro, la discriminazione diretta e indiretta fondata sul sesso. Prima della sentenza, l’articolo 5, paragrafo 2, della direttiva autorizzava gli stati membri a derogare alla norma unisex per quanto riguarda i contratti assicurativi. Tutti gli stati membri hanno fatto ampio uso della deroga per alcuni o tutti i tipi di contratti assicurativi. Per esempio, la legislazione belga contempla una deroga per le assicurazioni sulla vita. All’origine della sentenza Test-Achats della Corte di giustizia vi è per l’appunto una controversia sulla legittimità della deroga belga. Secondo la Corte, la deroga alla norma unisex stabilita all’articolo 5, paragrafo 2, è incompatibile con le finalità della direttiva e pertanto con la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue: per questi motivi l’ha dichiarata invalida con effetto a partire dal 21 dicembre 2012. La sentenza Test-Achats non significa però che per assicurare l’auto le donne pagheranno sempre gli stessi premi degli uomini. Attualmente un giovane automobilista prudente paga un premio più elevato per l’assicurazione auto solo perché è un uomo. Per effetto della sentenza, gli assicuratori non potranno più utilizzare il genere come unico fattore determinante nel valutare il rischio per giustificare la differenza dei premi individuali. Continueranno invece a diminuire i premi pagati dagli automobilisti prudenti (donne e uomini) per effetto della buona condotta di guida. La sentenza non incide poi sugli altri fattori legittimi di determinazione del rischio (quali l’età o le condizioni di salute) e nel calcolo dei premi entrerà sempre in gioco il fattore rischio. Il fattore sesso è determinante nella valutazione dei rischi in almeno tre grandi categorie di prodotti: le polizze auto, le polizze vita/rendite integrative e le assicurazioni mediche private. In tutte e tre le categorie la transizione verso tariffe unisex avrà probabili conseguenze, a livello individuale, sui premi e/o sulle prestazioni per gli uomini e per le donne. A seconda del prodotto, i premi potranno aumentare o diminuire per certe categorie di consumatori. Il comparto assicurativo è competitivo e innovativo, dovrebbe quindi essere in grado di adeguarsi e offrire ai consumatori prodotti unisex interessanti senza incidere indebitamente sul prezzo complessivo. Le riduzioni di prezzo indotte dalle tariffe unisex dovrebbero essere applicate ai consumatori con lo stesso livello di equità degli aumenti.

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