Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha inviato al Cipe uno schema di provvedimento a tutela del paesaggio che prevede, tra l’altro, anche l’ipotesi di un’assicurazione obbligatoria contro gli eventi catastrofali. Un tema su cui in Italia si discute da tempo senza risultati apprezzabili. Le associazioni dei consumatori hanno subito alzato un fuoco di sbarramento valutando la proposta come un regalo alle società assicuratrici, dimenticando gli esempi virtuosi di grandi Paesi europei (Francia e Spagna) nonché di Stati Uniti e Giappone. In realtà, in un contesto in cui le risorse di finanza pubblica si stanno sempre più riducendo debbono necessariamente emergere modelli diversi per continuare ad assicurare una serie di prestazioni proprie del Welfare State. L’assicurazione obbligatoria contro i rischi catastrofali può rispondere a questo criterio, meglio se affiancata – come nel nostro Paese succede per l’Rc Auto – da un Fondo di Garanzia che, sulla base di criteri di solidarietà e sussidiarietà, assicuri la tutela anche a quei danneggiati che si vedrebbero negare il ristoro del danno in una ampia serie di fattispecie. Il Fondo svolge anche una funzione calmieratrice del mercato assicurando un più equilibrato rapporto premi-risarcimenti. Elemento quest’ultimo molto importante in regime di assicurazione obbligatoria che ha per definizione effetti comunque redistributivi, nel senso che i soggetti a basso rischio permettono di assicurarsi a una platea più ampia di soggetti a più alto rischio: in particolare, lo rendono possibile ai più poveri di essi. Il meccanismo per la copertura dei rischi catastrofali è agevolmente mutuabile anche per la copertura dei rischi sanitari. Il decreto Balduzzi ha previsto la costituzione di un apposito fondo per la copertura assicurativa degli esercenti le professioni sanitarie. È un primo passo per garantire l’effettiva indennizzabilità del rischio sanitario e per consentire a strutture e professionisti di operare con tranquillità senza dover sottostare a condizioni di premio insostenibili dal punto di vista economico. Anche in questo caso l’esistenza di un Fondo di Garanzia permetterebbe al sistema di gestire i «fallimenti del mercato » in un’ottica di solidarietà e di maggior equilibrio costi-prestazioni. L’esperienza pluriennale del Fondo di Garanzia delle Vittime della Strada gestito da Consap è un modello di «economia sociale di mercato » che sostiene, attraverso un meccanismo pubblico-privato, funzioni essenziali che la fiscalità pubblica ha difficoltà a mantenere a causa della crisi. Un modello la cui estensione alla copertura dei rischi catastrofali e dei rischi sanitari dovrà essere valutata dal prossimo Parlamento. Tutta l’attività del Fondo Strada (nonché delle altre numerose funzioni attribuite a Consap), sarà consultabile più agevolmente dal 1° gennaio 2013 quando sarà online il nuovo sito consap.it *delegato italiano per la Proprietà Intellettuale