di Francesco Cerisano La vicenda Tobin tax si arricchisce di un nuovo capitolo che, se possibile, rischia di paralizzare ancora di più le transazioni sui mercati italiani. Sta infatti prendendo forma il suicidio perfetto: un balzello con aliquota più alta sulle azioni per compensare la mancata tassazione dei derivati e garantire così l’invarianza di gettito anche grazie all’assoggettamento all’imposta dei soggetti non residenti. Si muoveranno lungo questa direttrice gli interventi correttivi che il Senato si appresta a introdurre nella legge di Stabilità 2013. Rispetto al testo approvato dalla Camera, Palazzo Madama opterebbe per un innalzamento dell’aliquota attualmente fissata allo 0,05% (del valore della transazione in caso di azioni o del valore del nozionale di riferimento del contratto in caso di derivati). La nuova imposta di bollo potrebbe essere modulata sul cosiddetto modello francese (che per le azioni prevede un’aliquota dello 0,2%), colpendo quindi le società con sede sul territorio nazionale e capitalizzazione di almeno un miliardo. Lo ha rilevato a MF-Milano Finanza e ItaliaOggi il senatore del Pdl Paolo Tancredi, relatore, assieme a Giovanni Legnini del Pd, del disegno di legge che sarà incardinato oggi in commissione Bilancio del Senato. In realtà il gettito previsto dal governo è del tutto virtuale, in quanto legato solo al numero delle transazioni che, proprio a causa della stretta fiscale, rischiano di diminuire in modo sensibile rendendo Piazza Affari un mercato ancora più periferico. Del resto il modello adottato da François Hollande, che l’Italia intenderebbe replicare non sta restituendo i risultati sperati Già si prevede una pioggia di emendamenti, visto che con la legislatura agli sgoccioli, la legge di Stabilità 2013 potrebbe rappresentare l’ultimo treno utile per interventi strutturali che diversamente sarebbe molto difficile far approvare. La Tobin tax è tra questi, al pari della proroga al 30 luglio dei contratti dei precari della Pa. Anche se su questo punto il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, pur dichiarandosi sicuro dello slittamento, non ha escluso che la misura possa trovare posto in un decreto legge ad hoc. (riproduzione riservata)