di Gianluca Zapponini

Gli affari con trafficanti di droga e Iran sono costati caro a Hsbc. Il colosso del credito inglese ha raggiunto un accordo con le autorità americane per il pagamento di una multa-record da quasi 2 miliardi di dollari (1,92 miliardi, per la precisione) in merito alle indagini sulla scarsa conformità delle procedure interne con le normative contro il riciclaggio di denaro sporco. La banca ha così ammesso le proprie responsabilità ponendo fine a mesi di indagini che, oltre al Senato Usa, hanno visto la collaborazione di Tesoro, Dipartimento di Giustizia, agenzie federali e Procura di Manhattan. Le accuse delle autorità fanno riferimento ad alcune transazioni sospette che hanno coinvolto alcune controllate di Hsbc. Come si legge nel rapporto finale stilato dal Senato, in sei anni la filiale americana del gruppo (Hbus) avrebbe segretamente concluso transazioni per circa 16 miliardi di dollari con l’Iran, mentre tra il 2007 e il 2008 la controllata messicana di Hsbc avrebbe trasferito nelle casse di Hbus 7 miliardi di dollari: soldi che, secondo le autorità statunitensi, apparterrebbero ai cartelli della droga messicani. Il rapporto parla di «gravi carenze» nei sistemi antiriciclaggio della banca, così da favorire possibili attività illecite legate al traffico di droga e al finanziamento del terrorismo. La maxi-sanzione comminata al grande gruppo bancario (il cui titolo ieri alla borsa di Londra ha chiuso le contrattazioni in rialzo dello +0,58%) si articolerà in un forfait di circa 1,3 miliardi da pagare nell’ambito di un accordo di sospensione in via cautelare e una sanzione di altri 650 milioni per chiudere tutte le cause civili. «Accettiamo la responsabilità per i nostri errori passati», ha commentato l’amministratore delegato di Hsbc, Stuart Gulliver. «Siamo profondamente dispiaciuti, Hsbc è oggi una società profondamente diversa da quella che ha commesso gli errori». (riproduzione riservata)