Il rapporto tra i privati facoltosi e le assicurazioni è complesso, come le loro esigenze. «Se un cliente ha alcuni milioni da investire la cosa migliore è una polizza index linked, che però in Italia oggi le compagnie non trattano dopo i disastri americani. Ciò rende il contratto di capitalizzazione una scelta obbligata», spiega Giuseppe Fontana Rava, broker assicurativo di Over srl. La differenza tra questi prodotti? Le polizze vita di nuova generazione sono legate a strumenti finanziari in grado di dare nel tempo maggiori opportunità di profitto. Le index linked sono legate a un particolare indice di borsa o a un paniere di titoli azionari, mentre le unit sono agganciate a fondi d’investimento e non hanno bisogno di intermediari assicurativi. Le prime restituiscono il capitale investito più un rendimento minimo garantito: se i titoli sottostanti vanno bene si guadagna molto più che con i Bot (anche il 12-15% in più in tre anni). «Il contratto di capitalizzazione è un conto corrente assicurativo, diverso da quello bancario», spiega il broker. Si versa una somma, si fissa la durata, una scadenza disdettabile già dal primo anno, per alcune compagnie, o dal secondo o terzo per altre. Il rendimento massimo è del 4%, e i costi di gestione calano all’aumentare dell’importo investito. «Se con 1.000 euro si paga un costo del 6%, con 1 milione posso anche strappare lo 0,5%», dice Fontana Rava. Reale Mutua, Groupama, Helvetia, Italiana Assicurazioni sono le compagnie in cui è più facile trovare questo strumento. Più difficile trovarlo in Generali, che offre prodotti standard. «Il vantaggio è che questo contratto è liquidabile in qualsiasi momento, ma non è deducibile fiscalmente», aggiunge Fontana Rava. Meglio un fondo pensione, la cui deducibilità è massima ma che, essendo finalizzato a un trattamento previdenziale, non può essere usato per pagare la scuola ai figli o cambiare i mobili, e se ne può uscire solo per malattia grave, propria o dei familiari, o per disoccupazione. Ma dà il vantaggio della portabilità. È possibile cioè cambiare compagnia senza liquidare quanto versato (la prima volta che si stipula si può uscire dopo due anni, dalla seconda in poi ogni anno), ed è protetto, visto che le somme sono versate su un conto corrente specifico del fondo.

Altri due strumenti sono il Long term care e il Dread desease. La prima è una polizza usata in Francia e in Germania, dove ottiene l’appoggio di strutture adeguate. È dedicata a chi è in età avanzata senza essere inabile. Venendo meno una delle funzioni vitali (vestirsi, lavarsi, mangiare, andare a letto e al bagno) si può riscattare il capitale o attivare la rendita per mantenere una badante. La seconda invece dà copertura non solo in caso di morte, ma anche di malattia definitiva. Il capitale è versato al sottoscrittore che lo usa per mantenersi. (riproduzione riservata)

Franco Canevesio