Tra Palladio e il Leone non c’è nessun accordo occulto per l’investimento in FonSai.
Lo sostiene una lettera inviata al direttore del Corriere della Sera, da Roberto Meneguzzo, patron di Palladio nella quale manifesta “profondo disappunto in relazione ai numerosi articoli a firma Mucchetti che, da circa un anno ormai, stanno determinando una seria lesione della reputazione professionale di Palladio e dei suoi amministratori. Tali articoli contengono gravi imprecisioni e reiterati travisamenti della realtà che, combinati a una serie di ingiustificate e maliziose allusioni, appaiono finalizzati unicamente e sistematicamente a gettare discredito sulla nostra società“. Pertanto, Meneguzzo preannuncia “di aver dato incarico ai nostri consulenti legali di procedere con le piu’ opportune iniziative in sede giudiziaria”.
In merito all’articolo del 16 dicembre scorso “I segreti di Generali nell’affare Fonsai”, Meneguzzo precisa che “nessun accordo, né manifesto né occulto, è mai intercorso tra Palladio e Assicurazioni Generali (o esponenti del management di quest’ultima) in relazione all’investimento fatto da Palladio in Fonsai ed alle proposte avanzate in relazione a tale società dalla stessa Palladio e da Sator“. Inoltre, “Palladio non è mai stata controllata da Assicurazioni Generali, che non ha mai neppure detenuto azioni in PFH1; alla luce di quanto precede, risulta quanto mai diffamatorio accusare Palladio di non aver adeguatamente informato Isvap o l’Autorità’ garante della concorrenza e del mercato circa il presunto, e in realtà inesistente, ruolo di Assicurazioni Generali in relazione alla vicenda Fonsai; parimenti del tutto incomprensibile (ed in effetti nessuna spiegazione viene data sul punto dallo stesso Mucchetti) e ingiustificato appare l’indebito accostamento della asserita relazione tra Assicurazioni Generali e Palladio ad altre “relazioni” attribuite alla stessa Assicurazioni Generali, nonché la ragione per la quale la prima dovrebbe “introdurre” le seconde. Sgradevolmente allusiva, oltre che imprecisa, è poi la ricostruzione relativa alla vicenda degli strumenti finanziari emessi da PFH1 e sottoscritti da Hsbc”.
Inoltre, contrariamente a quanto si sostiene nell’articolo, la famiglia Amenduni non è né è mai stata socia di Palladio, e dunque – tantomeno – può essere il suo maggior socio industriale.