Il 2012 si chiuderà con il segno meno per la raccolta del risparmio gestito, ma in recupero rispetto al deflusso del 2011.

Novembre – secondo i dati Assogestioni – è positivo per 852 milioni e alleggerisce a 6,9 miliardi il saldo negativo dei primi 11 mesi dell’anno.

Nel 2011, novembre aveva fatto segnare deflussi per 8,5 miliardi e l’anno si era concluso con un profondo rosso da quasi 41 miliardi.

“Il 2012 non si chiude in maniera così drammatica e negativa come il 2011”, commenta Alessandro Rota, capo della ricerca di Assogestioni, in un colloquio con Radiocor. “Il dato complessivo del 2012 sarà senz’altro negativo, dicembre non sposterà il segno finale, ma c’e un miglioramento, nonostante il contesto economico e nonostante la capacità di risparmio delle famiglie si sia indebolita”, spiega Rota che vede nell’anno prossimo alla conclusione “un tentativo di uscire dalla forte sofferenza che ha segnato soprattutto la seconda parte del 2011, legata alla questione del finanziamento delle banche”.

Lo scorso anno le banche, soprattutto le italiane – attraverso la cui rete avviene la maggior parte della raccolta – “avevano necessità di fare cassa – spiega Rota – di raccogliere denaro sul mercato interno e per farlo avevano spiazzato i prodotti di risparmio gestito’, mettendo ‘in affanno il settore”.

Nel 2012, “l’effetto-Draghi e il recupero di fiducia dei mercati, sia pure altalenante, hanno contribuito a raffreddare le fuoriuscite, in particolare nella seconda metà dell’anno, con un recupero più concentrato sulle società più dinamiche e aggressive”.

Il primo trimestre dell’anno si è infatti chiuso all’insegna dei deflussi (-2,9 miliardi), che si sono ingrossati nel secondo (-4,4 miliardi), ma il terzo ha portato il segno più (+1,43 miliardi). Anche il 2012 ha confermato “la forte dipendenza dalla distribuzione bancaria”.

Rota, in proposito, evidenzia che a novembre i dati delle principali sgr bancarie “sono tutti positivi, come non si vedeva da parecchio tempo. Le banche – spiega il capo della ricerca di Assogestioni – hanno messo abbastanza fieno in cascina e quindi e’ pensabile che ci sia stato un allentamento della pressione, anche allo sportello, per il collocamento di prodotti propri”. In questo modo, “il risparmio gestito ha potuto riprendere un po’ di fiato”. Un settore che ha subito molti scossoni, con il 2008 annus horribilis chiuso a -140 miliardi.

Fonte: Radicoor