Di Filippo Gariglio, presidente UEA

 

Ormai prossima la fine dell’anno 2012, molti interrogativi dettati dai profondi cambiamenti ci obbligano a serie riflessioni sul modello di sviluppo sinora percorso dal mondo occidentale.
Una crisi iniziata oltre quattro anni fa impone a tutti di dover modificare i propri comportamenti, sia sociali che economici, evidenziando nuove incertezze che toccano profondamente, attraverso una minore diffusa disponibilità di risorse, sia l’ambito privato che quello lavorativo.
La speranza è certo che si affermino al più presto nuovi equilibri conseguenti a nuovi stili di vita ancora da venire, ma la realtà e tutt’altra cosa.
Il mondo delle assicurazioni, che pur sino ad ora ha sufficientemente resistito ad una situazione  di generale criticità, non può non essere particolarmente preoccupato rispetto a tali epocali cambiamenti.
Tutto ciò riflette in noi maggiore sensazioni di precarietà ed incertezze riguardo il nostro futuro di Intermediari, in particolare per quello per attiene le scelte e le decisioni da effettuarsi in ambito professionale.
Ci si interroga quindi sul nostro ruolo, su come poter cambiare per continuare a saper dare il nostro contributo al sistema socio-economico del nostro Paese. Il tutto in uno scenario in rapida mutazione.
In un Paese dove la spesa nel settore assicurativo, o l’investimento, a seconda della diversa prospettiva di analisi dalla quale ci si pone, rispetto al PIL, è da sempre, se si esclude quella riconducibile all’obbligatorietà della rca, piuttosto modesta. Le ragioni di tale storico deficit rispetto ad altri paesi sviluppati sono dovute ad una serie combinata di fattori, non ultimo quello culturale.
Esistono pertanto margini di crescita se il sistema assicurativo nostrano sarà in grado di modificare tale fattore culturale, soprattutto se saprà meglio intercettare con l’ausilio delle competenze storiche di cui dispone, in primis gli Agenti, i bisogni delle famiglie, delle persone e delle attività.
Certo, anche le Compagnie, intendo ‘in primis’ quelle che maggiormente condizionano il mercato del nostro Paese, dovranno fare la loro parte meglio riconoscendo al ruolo centrale degli Agenti quella dignità professionale troppo spesso messa in discussione.
Insomma, l’impegno illuminato di tutti gli attori del sistema può aiutare l’evoluzione del nostro settore che dovrà affrontare un nuovo futuro di contenimento della recessione nel breve termine e, lo speriamo tutti,  di sviluppo nel medio e lungo periodo.
Il comparto assicurativo, spesso in ritardo rispetto ad altre realtà europee, deve però già da ora tentare di essere protagonista di tale cambiamento. Lo deve tentare prima ancora di altre istituzioni per l’importante ruolo sociale che svolge nella complessità economica caratteristica delle società moderne, lo deve tentare anche insieme alle altre istituzioni per la fondamentale funzione di protezione della vita e dei progetti delle persone, delle famiglie e delle imprese.
Gli Agenti di Assicurazioni, nel loro ruolo di regolatori degli equilibri tra poteri e diritti, e come propositori e portatori di competenze attraverso la propria azione di prossimità, devono ancor meglio saper svolgere un ruolo da protagonisti responsabili e previdenti.
Anche per noi Intermediari il compito è quindi quello di non guardare al passato con ipocrisia e reticenze, ma con capacità di analisi e volontà di innovativa determinazione. E’ necessario saper osservare bene e riflettere ancor meglio sul divenire, ampliando gli orizzonti e la nostra capacità di visione. Il tutto anche attraverso la rilettura di quelle esperienze, sia che si siano rivelate positive o negative, che, negli ultimi decenni, hanno caratterizzato il mercato della distribuzione assicurativa nell’Europa contemporanea.
Nella mia qualità di presidente di UEA ho la responsabilità ed il compito di sintetizzare e rappresentare il ‘pensiero UEA’ e, come è sempre stato riportato nelle diverse relazioni annuali dai miei illustri predecessori, confermarne e ribadire il ruolo scientifico e culturale che UEA si è vista riconoscere dal sistema assicurativo italiano nel corso del tempo.
UEA non entra in dispute di carattere sindacale, in quanto non pertinenti alla propria mission. Il nostro Statuto ed il nostro Codice Morale sono i soli riferimenti che disciplinano i nostri comportamenti da oltre quarant’anni.
I nostri associati si sono sempre espressi sindacalmente in modo libero ma in una sfera di attività professionale che non riguardava l’associazione UEA.
L’efficacia, l’efficienza e le garanzie dei modelli distributivi agenziali compresa la loro comparazione a livello europeo sono il soggetto principale dell’attività di ricerca di UEA negli interessi del sistema ed ‘in primis’ degli Assicurati.
UEA, nell’acceso dibattito tra pluri mandato, mai considerato come soluzione taumaturgica ai problemi assicurativi del sistema Italia, ma casomai una opportunità data alla necessaria libertà dell’intermediario di poterlo adottare come propria modalità distributiva, e mono mandato, ha sempre sostenuto la pari dignità degli intermediari.
Coerentemente col pensiero espresso in quasi quarant’anni da tutti i suoi Presidenti, e poiché non vi è alcun elemento né etico né tantomeno scientifico per doverne modificare l’essenza, UEA, interpreta positivamente quei provvedimenti normativi che eliminano ostacoli, senza porre ulteriori ed inutili vincoli per nessuno dei protagonisti del sistema assicurativo e, che ponendo al centro gli interessi dell’Assicurato, permettano all’intermediario di svolgere al meglio, in modo autonomo e professionale, il proprio ruolo attraverso una libera possibilità di scelta.
Ruolo, quello dell’Intermediario funzionale al mercato ed agli interessi equilibrati della parti, del resto già ampliamente delineato dal Codice delle Assicurazioni.
Quei provvedimenti che evidenzino l’attività degli agenti come intermediari di esclusiva identità professionale, fondamentale funzionalità per il mercato e portatori di qualità per le parti, li consideriamo “come indispensabile leve normative a risultato estremamente positivo”, in quanto, rafforzando il sistema nel suo insieme, lo porteranno ad evolvere in senso migliorativo a beneficio di tutti i protagonisti del nostro mondo.
Un ripensamento sarebbe opportuno sulla norma per il divieto del tacito rinnovo dei contratti RCA che penalizza gli assicurati, eliminando i quindici giorni di proroga in caso di rinnovo, ma inutilmente penalizza anche gli intermediari e le compagnie, con aggravio lavorativo privo di alcun positivo effetto.
Si può adottare una diversa modalità applicativa nel rispetto dell’effetto perseguito. Non crediamo ai contratti assicurativi standard, con note informative che vanno dalle 40 alle 150 pagine, in particolare per il bizantinismo normativo italiano, basti pensare ai notevoli e ricorrenti i problemi interpretativi nei sinistri. Quest’ultimi standard non sono mai.
I servizi assicurativi non sono commodities!

Senza invocare l’auspicio di combinazioni astrali favorevoli quanto improbabili od abbandonarsi al laissez fair in ossequio della nefasta profezia Maya, riteniamo che con la buona volontà di tutti si possa mettere in moto un circuito virtuoso a patto che qualcuno non pensi che siano altri a dover pagare il prezzo del biglietto per il viaggio verso il futuro.