di Teresa Campo

Segna ancora profondo rosso la domanda di mutui da parte delle famiglie italiane: da gennaio a dicembre è crollata del 43% rispetto all’analogo periodo del 2011, ma la contrazione supera il 50% se il raffronto viene fatto con il 2010. È un mercato dunque più che dimezzato rispetto a due anni fa quello descritto dalla consueta analisi di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif che raccoglie i dati relativi a 78 milioni di posizioni. E il trend negativo si è confermato anche nell’ultimo mese. A novembre la diminuzione della domanda rispetto a un anno prima è stato infatti del 32%, più contenuto in realtà rispetto ai mesi precedenti (il fondo, finora, è stato toccato nel periodo febbraio-marzo con una caduta del 47-48%), ma molto lontano dal far pensare a un’inversione del trend entro breve o anche solo a una fase di stabilizzazione. Peraltro, il 2012 si conferma come l’anno peggiore (finora) per il mercato dei mutui: il calo della richiesta nei corrispondenti 11 mesi del 2011 rispetto al corrispondente periodo del 2010 si era fermato al 17%, mentre nel 2010 non c’era stata flessione e nel 2009 c’era stato addirittura un rialzo del 6% rispetto all’anno precedente. E tutto questo nonostante la flessione dell’8,4% dei prezzi delle case rispetto al terzo trimestre 2011 rilevato da Bussola Mutui Crif- MutuiSupermarket. Sul dato pesa ovviamente l’ennesima flessione delle compravendite di abitazioni, che nel secondo trimestre 2012, rispetto all’analogo periodo del 2011, hanno subito un decremento del 25,3%, al punto che quest’anno segneranno probabilmente il livello più basso dall’inizio della crisi, con 300 mila transazioni in meno rispetto ai massimi di 850 mila circa del 2007. Ma non basta: negli ultimi anni in media solo 4 abitazioni su 10 sono state acquistate con un finanziamento, il resto è stato pagato in contanti. Attenzione però. Se la domanda di mutui cala perché tanti pagano in contanti, questo dipende anche dalla minore disponibilità a erogare delle banche, sempre più selettive nella valutazione delle richieste di prestiti. In realtà il calo delle compravendite, e quindi la minore domanda di mutui, era cominciato già nel 2008, ma fino ai primi mesi del 2011 si era mantenuto vivace il mercato delle sostituzioni e surroghe, oggi ormai quasi fermo perché non più conveniente né per le banche (che per far fronte alla crisi vogliono ridurre l’esposizione creditizia) né per i richiedenti, che invece negli anni scorsi ne avevano usufruito per rinegoziare le condizioni del proprio prestito. Quanto alla distribuzione della domanda di mutui, la più richiesta è sempre la fascia 25-30 anni in termini di durata (30,1% del totale), mentre l’importo medio richiesto ha fatto registrare un ulteriore calo, attestandosi a poco più di 131 mila euro contro i quasi 137 mila del 2011. (riproduzione riservata)