di Andrea Giacobino

Giovanni Consorte «si fa in tre». L’ex numero uno di Unipol e oggi timoniere del gruppo finanziario Intermedia Holding decide di separare due business specifici, energie rinnovabili e immobiliare, dall’originaria attività finanziaria che non sta riservando grosse soddisfazioni.

Il cda nei giorni scorsi ha varato il progetto di scissione parziale proporzionale di Intermedia Holding a favore delle newco Intermedia Energie Rinnovabili (Imer) e Intermedia Immobiliare (Imi) cui verranno trasferiti asset complessivamente pari a 104,5 milioni, che determineranno quindi una riduzione del patrimonio netto di Intermedia da 191,1 a 86,5 milioni mentre il capitale sarà ridotto da 180,3 a 81,6 milioni. Il progetto di scissione parziale proporzionale, ha spiegato Consorte ai soci, consentirà di «rimodulare il perimetro delle attività di Intermedia Holding con l’obiettivo di razionalizzare lo stesso nel quadro della complessiva attività del gruppo». Intermedia Energie Rinnovabili, cui sono state conferite le quote nelle società Internergia, Interlux, Agrisolar, Intersolar, InterpoloEnergia e Bioenergy Park (raggruppate nella newco Energie Rinnovabili), oltre alle Intersolig e General Contractor Energie Rinnovabili, riceverà un valore di partecipazioni pari a 41,9 milioni cui si aggiungono debiti e crediti diversi con un saldo finale di patrimonio netto di 42,6 milioni. In Imi finiscono invece le quote in Iruam, Rialto Immobili, Fin Altea, Forlì Nord, CredSec e Campione del Garda, che valgono 38,8 milioni. Oggetto di scissione sono anche alcuni immobili posseduti da Intermedia Holding (due a Forlì e uno a Mirandola) che valgono complessivamente 13,6 milioni, oltre a contratti di leasing su alcuni immobili di Milano (per un valore di debito residuo pari a 12,7 milioni), cui si aggiungono debiti e crediti che determinano un saldo di patrimonio netto trasferito pari a 61,9 milioni. Il capitale di Imer sarà pari a 40,1 milioni e quello di Imi di 58,4 milioni, entrambi posseduti al 100% da Intermedia Holding. La tripartizione del business di Consorte avviene dopo che il bilancio 2011 si è chiuso con perdite per 23 milioni dovute alle forti svalutazioni sugli asset più specificatamente finanziari a fronte dei ricavi caratteristici dell’attività di advisory dimezzati a 5,6 milioni dai 12,4 milioni dell’esercizio precedente. (riproduzione riservata)