Il Tesoro italiano chiude il 2012 in sicurezza superando senza extra costi le ultime aste di Btp. Un’offerta che porta le emissioni totali lorse a 467 miliardi di euro e che segna un punto a favore dell’Italia che riporta così i tassi ai minimi dal 2010. Dopo l’allarme innescato a inizio settimana dalle dimissioni del premier Mario Monti, il contesto di mercato che si era inasprito – con lo spread oltre 360 – è tornato ad attenuarsi, consentendo al Tesoro di portare a termine le ultime aste senza extra costi. 
Nel dettaglio ieri il Tesoro italiano ha terminato il suo lavoro di emittente per quest’anno collocando 3,495 miliardi di euro di Btp triennali, al tasso medio del 2,5%, il minimo dall’ottobre 2010. All’asta di novembre il rendimento medio era risultato pari al 2,64 per cento. Il Tesoro ha collocato anche 729,1 milioni di euro di Btp a 15 anni con scadenza 01-03-2026 a un rendimento lordo del 4,75 per cento. Le richieste sono risultate pari a 1,441 miliardi di euro a fronte di un’offerta compresa tra 500 e 750 milioni.
Nel complesso il mercato ha reagisto positivamente. «Sia il 3 anni, sia il 15 anni hanno mostrato un forte rally prima delle aste che sono risultate in linea con il mercato e ciò è buon segno» ha detto un dealer. «Il 15 anni era molto richiesto dagli investitori e il fatto che abbiamo voluto emettere così poco – probabilmente per prudenza – ha di fatto scatenato forti acquisti sul mercato, cosicchè già ieri il Btp 2026 brillava sul mercato contro tutti». Per gli analisti l’asta è stata positiva e soddisfacente. Il rendimento del titolo a tre anni da lunedì aveva toccato anche il 2,80% ed è risultato all’asta al 2,50 per cento. Il nuovo triennale dopo l’asta si è stabilizzato sui valori dell’emissione. Il benchmark a 15 anni quota a 97,37 in rialzo di 0,358 per un rendimento del 4,826 per cento.
«Va in archivio un’asta positiva, ma non eccezionale» spiega un altro operatore che sottolinea richieste un po’ fiacche con un rapporto tra domanda e offerta che è stato pari appena a 1,36 (il livello più basso dallo scorso febbraio).
«Il mercato è salito molto – dice un operatore – e tenendo conto che a fine anno la liquidità che circola è scarsa, in molti hanno preferito aspettare il prossimo round di aste o quelle di inizio 2013 per posizionarsi sulle scadenze a medio-lungo termine italiane». Contemporaneamente anche la scelta di emettere nello stesso giorno della Spagna e su scadenze ravvicinat, se non simili, ha giocato a sfavore della domanda.
Ieri Madrid ha raccolto 2,024 miliardi di euro con il lancio di tre titoli a 3, 5 e 28 anni. 
Con l’offerta di ieri si è chiusa la stagione 2012 del mercato primario del Tesoro italiano (le ultime emissioni di dicembre avranno infatti regolamento sull’anno successivo). Il 2012 era considerato un «annus horribilis» per il profilo delle scadenze e, in ogni caso, un anno preoccupante perchè preceduto da un fine 2011 drammatico per i titoli del debito pubblico italiano. Nonostante le premesse gravose, la domanda non è mai venuta meno. «Il 10% in più emesso rispetto a quanto stimato ad inizio anno rappresenta un buon prefunding a tassi contenuti che può comunque tornare utile in vista di un 2013 che si annuncia molto disteso sul versante delle scadenze». 
In questo contesto ieri lo spread ha chiuso la seduta stabile, in area 330 punti base. Dall’agenzia Moody’s sono giunte valutazioni rassicuranti sulla penisola. In particolare l’agenzia afferma che le attuali «turbolenze politiche, seguite all’ annuncio di dimissioni di Monti hanno un impatto limitato sui titoli di Stato, ai quali viene assegnato un voto Baa2 con prospettive negative». Del resto «il grosso dell’ agenda di riforme di Monti, in particolare sul mercato del lavoro e sulla liberalizzazioni, è stato già approvato dal Parlamento» conclude l’agenzia.