La rete di società del The Heritage Trust tra il Liechtenstein e Panama. Il ruolo dello svizzero Lucchini e i legami tra il professionista e la Fondazione Vollaro, l’ente benefico voluto da Cuccia e finanziato dal salotto buono 

di Andrea Di Biase

 

Mentre il titolo Fondiaria-Sai continua la corsa al ribasso a Piazza Affari (ormai la capitalizzazione della capogruppo, pari a 296 milioni, equivale quasi al valore di borsa del pacchetto del 63% nella Milano Assicurazioni, ieri a 255 milioni) e i vertici del gruppo assicurativo sono al lavoro sulle misure necessarie a rafforzare il margine di solvibilità, sul fronte dell’azionariato di Premafin fa capolino un nuovo socio occulto che si va ad affiancare al The Heritage Trust, il fondo fiduciario con sede alle Bahamas che la scorsa settimana ha fatto sapere di controllare il 12,15% della holding.

Come anticipato ieri da milanofinanza.it, a breve, su richiesta della Consob, un altro soggetto con sede in un paradiso fiscale dovrebbe comunicare di detenere una partecipazione rilevante nel capitale di Premafin. Sull’identità del soggetto, ancora fino a ieri sera, vigeva il massimo riserbo, ma è altamente probabile che possa essere il detentore del pacchetto del 2,6% della holding attualmente intestato in conto terzi al Credit Agricole Suisse.

Nell’intervista rilasciata lo scorso 7 dicembre a MF-Milano Finanza, Giancarlo De Filippo, il professionista che gestisce il fondo con sede a Nassau, aveva spiegato che il pacchetto del 12,15% riferibile al The Heritage Trust contiene parte della quota del 9% che fino all’anno scorso intestata proprio al Crédit Agricole Suisse. Il professionista non aveva tuttavia chiarito se anche il restante 2,6% poteva essere in qualche modo ricondotto a un soggetto collegato al trust delle Bahamas o comunque conosciuto dallo stesso De Filippo. Ma il mistero è destinato a durare ancora per poco, visto che già oggi, grazie al pressing della Consob, anche questo soggetto dovrebbe venire finalmente allo scoperto.

Ieri, intanto, De Filippo ha reso noto il reticolo di società, anch’esse con sede in paradisi fiscali, attraverso cui The Heritage Trust detiene la quota in Premafin. Sei di queste sono Anstalt, una particolare figura societaria del Liechtenstein che fornisce personalità giuridica a un patrimonio senza che esistano soci, per un complessivo 5,3%; altre hanno sede a Panama; e altre ancora, come la Towntop Invest Limited (1,801% di Premafin), in altri paradisi fiscali. In tutto si tratta di 12 società. Anif Anstalt (0,98%), Scheib Anstalt (0,381%) e Wifer Anstalt (0,360%) sono state costituite tutte il 31 marzo 2004 e sono domiciliate presso la Allgemeines Treuuternehmen, in Aulerstrasse a Vaduz. Le altre tre, cioè Darlis Abstalt (0,299% diPremafin), Nolera Anstalt (1,553%) e Ulero Anstalt (1,720%) sono ancora più datate, in quanto costituite il 24 agosto 1993 e sono tutte domiciliate presso la Sedes Treuhand Anstalt. Costituite tra il 2002 e il 2009 anche alcune delle società panamensi. La più recente è Thortnton Group (1,652%), creata nel giugno del 2009, mentre risalgono al 2002 Panamerica Industries (1,2%), Transisthmian Technologies (0,140%), Regional Control Inc (1,278%) e Hubbard Corp (0,785%). Queste ultime due hanno entrambe quale presidente Niccolò Lucchini. Si tratta di un professionista svizzero di 69 anni, che fino al marzo del 2008, prima che l’ente fosse trasferito dal Canton Ticino a Milano in via Filodrammatici 10, è stato segretario della Fondazione Giancarla Vollaro. Un’istituzione benefica che finanzia la ricerca medica, fondata dall’ex presidente di Mediobanca, Enrico Cuccia, in memoria della sua ex segretaria, che nel tempo ha ricevuto importanti donazioni sia dalla banca milanese sia dai gruppi industriali del cosiddetto salotto buono, tra cui la Pirelli. Sempre fino al 2008 nel cda della Fondazione figurava, oltre al presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, e al figlio di Vincenzo Maranghi, Piero, anche un altro professionista elvetico, Pierfranco Riva. Quest’ultimo, notaio e avvocato, siede accanto a Lucchini in altre scatole panamensi, e nei primi anni 2000, subito dopo la fusione tra Sai e Fondiaria, è stato anche rappresentante del gruppo Ligresti nel cda di Swiss Life, società partecipata dalla compagnia italiana e con la quale c’era allo studio il progetto di una joint venture nel settore delle polizze Vita. (riproduzione riservata)