«Non volevamo depotenziare l’Isvap, ma anzi rendere più incisive le multe per le banche che obbligano i clienti a stipulare polizze abbinate ai mutui». A parlare è l’onorevole Antonio Borghesi (Idv), il firmatario dell’emendamento alla manovra che definisce come scorretto il comportamento delle banche che obbligano i clienti alla sottoscrizione di una polizza assicurativa quando vanno in filiale per chiedere un mutuo. Il tempismo in realtà può sembrare sospetto: l’emendamento è arrivato a meno di una settimana dall’intervento dell’Isvap che ha vietato la vendita in banca di polizze legate ai mutui di cui il beneficiario è l’istituto stesso. Due interventi paralleli per risolvere lo stesso problema (quello dei prezzi altissimi che spesso vengono applicati alle polizze vendute in abbinata ai mutui, come per esempio le «temporanee caso morte») che rischiano di creare confusione nel mercato provocando contenziosi, con l’intervento di più autorità di controllo. Per evitare le sanzioni dell’Isvap (il regolamento sarà operativo da aprile) le banche, per esempio, potranno continuare a vendere polizze in filiale solo se i beneficiari saranno i clienti stessi e non più gli istituti. L’alternativa è che i risparmiatori comprino le polizze fuori dalla filiale e in questo caso potranno mantenere le banche come beneficiarie delle polizze. Queste novità rischiano di mettere in crisi un mercato che vale 2 miliardi l’anno e di provocare un aumento dei tassi dei mutui rendendo più difficile l’accesso al finanziamento.

L’emendamento aggiunto alla manovra, invece, andrà a modificare il codice del consumo, considerando scorretta «la pratica commerciale di una banca, di un istituto di credito o di un intermediario finanziario che, ai fini della stipula di un contratto di mutuo, obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario». Ma nulla vieta, stando al testo dell’emendamento, che il cliente decida di sua spontanea volontà di continuare ad acquistare la polizza in filiale (magari scrivendo una lettera liberatoria per l’istituto) purché il beneficiario non sia la banca stessa, altrimenti arriverà la sanzione Isvap.

Le norme insomma si accavallano e complicano il quadro. Anche perché, mentre il regolamento Isvap riguarda tutti i tipi di finanziamenti, le novità contenute nella manovra coinvolgono solo i mutui. «Abbiamo dovuto decidere rapidamente e non abbiamo avuto il tempo di sistemare tutti i dettagli», spiega Borghesi a MF-Milano Finanza, «ma le novità contenute nell’emendamento sono molto importati perché la sanzione prevista dall’Isvap ha carattere meramente disciplinare e si concreta in una censura, mentre la qualifica di pratica commerciale scorretta comporta non solo l’inibitoria da parte dell’autorità garante, che può procedere d’ufficio, ma anche l’irrogazione di una sanzione fino a 500 mila euro». Insomma, anche l’Antitrust potrà vigilare con più poteri sul mercato delle polizze-mutui. Anche se le armi dell’Isvap non sembrano affatto spuntate: le sue multe vanno da 1.000 a 10 mila euro (20 mila in caso di reiterazione) per ogni singolo comportamento scorretto. Quindi nel caso di 100 clienti coinvolti l’ammenda potrebbe arrivare fino a 1 milione. (riproduzione riservata)

Anna Messia