Di Andrea di Biase

Che la situazione contabile di Fondiaria-Sai fosse grave, tanto da richiedere prima o poi un nuovo rafforzamento patrimoniale dopo quello da 800 milioni della scorsa estate, gli analisti lo sostenevano da mesi.

E anche Mediobanca, esposta nei confronti della compagnia assicurativa in virtù di un prestito subordinato da 1,1 miliardi, ne era consapevole da parecchio tempo, tanto da sollecitare con una lettera il vertice di FonSai a procedere in tempi stretti a un nuovo aumento da 600 milioni. Ma anche all’interno della stessa compagnia c’era da tempo chi riteneva, numeri alla mano, che fosse necessario imboccare con decisione la strada del rafforzamento patrimoniale. Tra questi un ruolo di primo piano lo ha ricoperto il direttore generale Piergiorgio Peluso (il manager arrivato la scorsa primavera da Unicredit, che nel frattempo era diventato azionista diFonSai) per affiancare l’ad Emanuele Erbetta nella ristrutturazione e nel rilancio della compagnia. E i numeri alla fine hanno dato ragione all’ex top banker di Piazza Cordusio, che da mesi, assieme ai suoi più stretti collaboratori, tra cui Gianandrea Perco (che ha seguito il dossier Igli), proprio sulla base dell’andamento economico della compagnia studiava modalità e importi dell’eventuale rafforzamento patrimoniale. E così mentre Erbetta, da anni manager di fiducia della famiglia, è stato determinante nel convincere i Ligresti a sposare alla fine la linea delle banche, Peluso ha messo a punto nei dettagli l’operazione che dovrebbe consentire a FonSai di uscire dalle secche. Assieme i due ora dovranno lavorare, avvalendosi della collaborazione di McKinsey, al nuovo piano industriale. Piano che, assieme all’aumento, dovrà sancire il cambio di passo per quella che rimane pur sempre la seconda compagnia assicurativa italiana. Lo dimostra anche il fatto che quasi tutti tra i principali private equity italiani e non, così come i principali operatori del settore assicurativo, stanno studiando attentamente il dossier, con l’obiettivo di sfruttare l’imminente aumento di capitale come occasione di investimento nella compagnia. (riproduzione riservata)