Dopo il sedicente The Heritage Trust, spunta un altro socio occulto per Premafin. E se il primo, uscito allo scoperto il 5 dicembre con il 12,15%, aveva base alle Bahamas, quest’ultimo – il suo nome è Ever Green Security e controlla il 7,85% della capogruppo quotata della famiglia Ligresti – è di Panama City. Ever Green Security ha comunicato in una nota inviata alla Consob, che sta effettuando una serie di accertamenti sulla struttura azionaria di Premafin, che la quota risale al 31 dicembre 2010. Analogamente a The Heritage Trust, dunque, non è stato rispettata la norma del Tuf che impone di comunicare entro cinque giorni le operazioni sulle soglie di capitale rilevanti nelle aziende quotate. Allo stesso modo, dunque, è altamente probabile che anche il trust di Panama City possa essere sanzionato da Consob. Considerando, infatti, il 30% dei tre fratelli Ligresti, Jonella, Giulia e Paolo, il 20% della cassaforte di famiglia lussemburghese Starlife, il 5% di Vincent Bolloré, il 2,59% di Credit Agricole Suisse e tenendo conto del fatto che la società ha in portafoglio azioni proprie per il 6,72%, con le due quote annunciate dai trust si arriva a coprire l’84,31% di Premafin. Con un flottante ormai risicato e pari al 15% circa, forse i piccoli azionisti avrebbero dovuto conoscere i movimenti nell’azionariato della società nel momento in cui si sono concretizzati, cioè un anno fa. Intanto, ieri in Borsa Premafin ha chiuso in calo del 3,47%, a 0,128 euro, con scambi pari a 57 mila pezzi (196 mila la media giornaliera a un mese). In realtà, però, quello della mancata comunicazione a Consob nei tempi dovuti è il minore dei problemi. La Commissione di vigilanza, infatti, da oltre un anno ormai, sta cercando di ricostruire la catena di controllo di Premafin. Gli accertamenti si snodano in parallelo rispetto al pressing dell’Isvap, che, oltre a richiedere un rafforzamento patrimoniale per Fondiaria-Sai, stando a rumor, starebbe esercitando pressioni perché la famiglia Ligresti abbandoni gli incarichi multipli coperti nelle diverse società del gruppo (c’è anche una disposizione ad hoc in manovra che però va chiarita sotto alcuni aspetti come quello del controllo).
Tornando a Ever Green Security, così come accaduto per The Heritage Trust, che due giorni fa ha comunicato che il 12,15% è ulteriormente riconducibile a società off-shore con sede in paradisi fiscali, nei prossimi giorni si è impegnata a fornire ulteriori informazioni sui singoli nomi e le rispettive partecipazioni. E in molti sono pronti a scommettere che, nuovamente, a fare capolino sarà tutta una serie di società off-shore la cui proprietà è difficilmente tracciabile. Il trustee di The Heritage Trust, va ricordato, è Giancarlo de Filippo, manager vicino ai Ligresti, che, tuttavia, in una recente intervista, ha ammesso di non sapere a chi il trust faccia capo, ma ha escluso che si possa trattare della famiglia dell’ingegnere siciliano. Il comunicato di ieri, invece, è intestato a International private corporate trustees inc di Charlestown, Nevis West Indies, come managing trustee di Ever Green Security trust, ed è firmato da Juan Montes, managing trustee. Complice un nome molto diffuso, è complesso ottenere su internet qualche dettaglio in più su Montes, mentre Nevis West Indies fa senz’altro parte della Federazione di Saint Kitts e Nevis, arcipelago caraibico che gode di una legislazione bancaria off-shore.
Nel frattempo, il cda di Premafin che si è riunito ieri, come da attese, ha conferito a Banca Leonardo, già advisor della holding Sinergia, un mandato «di assistenza finanziaria finalizzato ad affiancare la società nella gestione dei rapporti di indebitamento e nella valutazione dei possibili riflessi di interventi di capital management potenzialmente attuabili da Fonsai». Quest’ultima, controllata al 36% da Premafin, sta tra le altre cose valutando la strada dell’aumento di capitale.