La società batte i concorrenti, ma ha riposizionato l’obiettivo di raccolta 2011 a 8,4 miliardi. E intanto ha dato mandato ai consulenti allo scopo di tornare a crescere a ritmi del 20% 

di Anna Messia

 

È il momento di rivedere i budget di raccolta per le Poste italiane. E non si tratta solo di valutare gli effetti che potrà avere sul gruppo guidato da Massimo Sarmi la tassazione dei buoni postali, introdotta dalla manovra, che sarà pari allo 0,1% nel 2012 e allo 0,15% nel 2013.

La crisi economica ha infatti messo a dura prova anche Poste Vita, la compagnia assicurativa che negli ultimi anni ha continuato a crescere a livelli record fino a diventare un pilastro portante del gruppo. La società guidata da Maria Bianca Farina sta inevitabilmente risentendo della flessione che il settore Vita continua a registrare rispetto al 2010 che era stato un anno record. E per ridare sprint alla raccolta ha deciso di affidarsi a McKinsey. Nonostante abbia ottenuto risultati migliori del mercato (-28% a ottobre), tanto che secondo il rapporto Mediobancaproprio quest’anno è riuscita a posizionarsi al terzo posto tra i gruppi operanti nel Vita, alle spalle di Generali e di FonSai (con un balzo dalla sesta posizione), Poste Vita chiuderà probabilmente il 2011 con una raccolta inferiore all’ambizioso budget preconsuntivo, pari a 9,3 miliardi. Un risultato che avrebbe rappresentato una crescita del 2,7% rispetto ai 9,05 miliardi del 2010, ma indicato prima che la crisi cominciasse a mordere. I dati più aggiornati di fine settembre registravano invece una raccolta di 6,9 miliardi, con una media di oltre 31 milioni al giorno che era però calata nell’ultimo mese a circa 20 milioni. Ancora troppo lontana dall’obiettivo dei 9,3 miliardi. A pesare è stata in particolare la flessione del ramo III, le polizze unit e index linked, che a fine settembre avevano raccolto 920 milioni rispetto ai 2,9 miliardi di un anno prima. Mentre i prodotti tradizionali (le polizze legate alle gestioni separate) hanno ottenuto un vero e proprio boom, con una raccolta di 6 miliardi rispetto ai 4,9 miliardi del 2010 (+22%), che non è stato però sufficiente a recuperare lo scivolone delle polizze finanziarie.

Così, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Poste Vita ha deciso di rivedere i budget di raccolta: il 2011 si dovrebbe chiudere con un risultato di 8,4 miliardi, che rappresenterebbe una flessione dell’8,4% rispetto a un anno fa, nonostante una nuova index legata all’inflazione che dovrà raccogliere 200 milioni entro gennaio. E anche questo non sarà un risultato facile da raggiungere in visto che anche le polizze Vita sono destinate a subire un aggravio fiscale.

McKinsey è chiamata a studiare un piano di rilancio perché le potenzialità di crescita della compagnia, nonostante la crisi, sono ancora altissime: se negli uffici postali verranno aperte 200 sale assicurative, rispetto alle attuali 50 – stimano da Poste Vita – la produzione potrebbe salire del 20%. (riproduzione riservata)