di Daniele Cirioli  

I ritocchi alla manovra partono dall’adeguamento delle pensioni. Lo stop alla perequazione, infatti, previsto dal dl n. 201/2011 per gli anni 2012/2013 sulle pensioni oltre i 936 euro mensili, dovrebbe salire di limite per riconoscere gli aumenti Istat agli assegni fino a 1.405 euro mensili. La richiesta è arrivata ieri dalla commissione lavoro alla camera, dando parere positivo sulla manovra, sulla base dell’apertura a modifiche avanzata dal ministro del lavoro, Elsa Fornero. Per trovare le risorse che garantiscano la copertura finanziaria (la modifica deve avvenire a «saldi invariati»), è allo studio per ora l’ipotesi di introdurre un contributo di solidarietà a carico dei baby pensionati o sulle pensioni d’oro.

La perequazione. Si chiama così il vecchio automatismo della scala mobile, in virtù del quale gli importi delle pensioni vengono adeguati all’aumento del costo della vita calcolato sulla base degli indici Istat; ciò al fine di salvaguardare (in qualche misura) il potere reale d’acquisto delle pensioni. L’adeguamento avviene al tasso medio dell’indice Istat dei prezzi di consumo per le famiglie di operai e impiegati (tasso d’inflazione) relativi all’anno precedente. Per le operazioni relative all’anno 2012 è utilizzato quindi il tasso calcolato sul 2011. Il tasso effettivo e definitivo, tuttavia, è conoscibile soltanto a fine anno, quando, cioè, l’Istat ha pubblicato gli indici di tutti i mesi ed è quindi possibile procedere al calcolo del valore medio. Gli enti previdenziali, tuttavia, per anticipare le operazioni connesse alle messa in pagamento delle pensioni (mandati ecc.), utilizzano un tasso provvisorio, salvo conguaglio successivo. Il tasso provvisorio per il 2012 è pari al 2,6% (il relativo dm è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale). La relazione al dl n. 201/2011 inoltre stima per il 2013 un tasso dell’1,9%.

Il criterio di calcolo. Ordinariamente la perequazione avviene applicando il tasso di rivalutazione, a tutta la pensione, con il seguente criterio:

  • 100% del tasso sulla quota di pensione fino a tre volte il trattamento minimo Inps;
  • 90% del tasso sulla quota di pensione compresa tra tre volte e cinque volte il minimo Inps;
  • 75% del tasso sulla quota di pensioni superiore a cinque volte il minimo Inps.

Il dl n. 201/2011 ha previsto che per gli anni 2012/2013 la perequazione venga applicata «soltanto» alle pensioni di importo fino a due volte il trattamento minimo Inps (936 euro circa) e al 100%.

Come sarà la perequazione 2012/2013. In tabella sono simulate le perequazione per il 2012/2013 applicate in base alle norme vigenti (dl n. 201/2011) e alle richieste della commissione lavoro. Per l’anno 2012 il trattamento minimo Inps è pari a 468,35 euro; per l’anno 2013, invece, è considerato lo stesso trattamento rivalutato del 2,6%, quindi pari a 480,52 euro. Per l’anno 2012 è applicato il tasso del 2,6%, per il 2013 quello ipotetico della relazione alla manovra (1,9%).