Continua anche nel 2010 la diminuzione del numero di infortuni in Molise che nel 2010 è stata pari all’8,9% rispetto all’anno precedente, un valore che colloca la regione tra quelle a miglior andamento infortunistico e ben al di sotto della media nazionale del -1,9%. Dal Rapporto annuale, presentato presso la Direzione regionale INAIL, emerge anche che in termini assoluti il numero complessivo degli infortuni in Molise è stato pari a 3.026 rispetto ai 3.321 casi del 2009. Il raffronto numerico nel medio periodo evidenzia un decremento del 27% negli ultimi cinque anni e di quasi il 41% rispetto al dato del 2001, quando gli infortuni erano stati 5.124. In calo anche i casi mortali: nel 2010 sono stati cinque i lavoratori che hanno perso la vita rispetto ai 12 del 2009.

La riduzione più marcata in agricoltura (-10%). L’analisi degli infortuni per settori di attività evidenzia un decremento nell’industria e servizi pari al 7,9%, dovuto in parte anche alla crisi produttiva e alla diminuzione del numero degli addetti. La riduzione del numero di infortuni in agricoltura è stata pari al 10%, un dato estremamente positivo considerata la stabilità del dato occupazionale; e in diminuzione (-15,9%) è anche il dato relativo ai dipendenti pubblici, in controtendenza rispetto agli anni precedenti in cui gli infortuni erano aumentati. L’analisi per territorio rivela che nella provincia Campobasso il decremento è stato di 227 casi (-9,3%) e in quella di Isernia di 68 (-7,7%). Dal rapporto emerge anche che la quasi totalità degli infortuni si verifica in ambienti di lavoro ordinario – ovvero cantieri, fabbriche, aziende agricole – e solo l’11% è determinata da cause stradali. In 145 casi gli infortuni su strada sono occorsi a lavoratori che durante l’orario di lavoro fanno uso di mezzi di trasporto, mentre quelli in itinere, avvenuti cioè nel tragitto casa-lavoro-casa, sono stati 197.

Stabili i dati dei lavoratori stranieri. I dati infortunistici riferiti ai lavoratori stranieri, che comprendono anche i lavoratori italiani nati all’estero, evidenziano una sostanziale stabilità del fenomeno (255 casi nel 2010 rispetto ai 260 del 2009), e nessun caso mortale a differenza del 2009, quando un lavoratore straniero aveva perso la vita. Gli infortuni hanno coinvolto soprattutto lavoratori nati in Romania, Albania e Marocco.

Malattie professionali in forte aumento. Il numero delle malattie professionali denunciate in regione è passato dai 117 casi del 2009 ai 192 del 2010, con un aumento percentuale del 64%. L’incremento è dovuto in buona parte alla crescente emersione del fenomeno tecnopatico, largamente sottostimato negli anni precedenti, e all’inserimento delle malattie muscolo-scheletriche nelle nuove tabelle delle malattie professionali per le quali viene stabilita presunzione legale dell’origine professionale. Il numero delle tecnopatie è in crescita sia per il comparto dell’industria e servizi, che è passato dalle 82 denunce del 2009 alle 129 del 2010, sia in quello dell’agricoltura (da 33 a 63). Sono le malattie muscolo-scheletriche dovute a movimenti ripetuti o posture incongrue quelle più denunciate (affezione dei dischi intervertebrali, tendiniti, tunnel carpale). In forte riduzione, invece, ipoacusie, malattie respiratorie e cutanee, che fino a qualche anno fa erano assolutamente preponderanti per numero e gravità in ogni comparto produttivo.

Fonte: INAIL