Da ultimo è uscito The Heritage Fund, un trust di un vecchio amico di Salvatore Ligresti che di punto in bianco spunta fuori e dichiara il possesso del 12,5% di Premafin. Con nonchalance, così come dieci anni fa Don Salvatore aveva reclutato i cavalieri bianchi per aggirare il lancio dell’Opa su Fondiaria, aveva fatto carne da macello nelle operazioni con parti correlate a favore delle sue società, si è appoggiato a Unicredit per evitare un’altra Opa e ha fatto un aumento di capitale bruciato in soli sei mesi. Il mercato, con i Ligresti, è sempre uscito sbeffeggiato e ora si prospetta la resa dei conti con Mediobanca, anch’essa con un track record di fregature rifilate ai piccoli investitori. Se a soccombere sarà la famiglia, la cui quota in Premafin potrebbe essere azzerata da un nuovo aumento di capitale, ciò non sarà sufficiente per risollevare i piccoli azionisti. In piazzetta Cuccia, infatti, hanno pronta una nuova operazione tipo Bpm che di fatto annienta il valore in mano ai possessori di azioni, piccoli o grandi che siano. Tanto Mediobanca è esposta verso la compagnia con un miliardo di prestiti convertibili e se l’aumento andrà deserto vedrà cadersi addosso una bella fetta della società a prezzi irrisori, che poi potrà rivendere ottenendo la plusvalenza. Inoltre insieme a Unicredit metterà in sicurezza le partecipazioni del salotto buono accumulate negli anni da Ligresti.