Il cda di Fonsai ha dato mandato all’a.d. e al d.g. di approfondire le possibili iniziative da proporre al consiglio in merito a interventi di patrimonializzazione, anche strutturali, nel breve periodo. Per questo, «il cda ha ritenuto di avvalersi dell’assistenza di un primario advisor finanziario indipendente, individuato in Goldman Sachs, nonché di un advisor legale, individuato nello studio Carbonetti». Così la nota della società. Nulla di strano, se queste brevi note non segnassero la fine di un idillio, che durava ormai da molti anni, quello tra la famiglia Ligresti e Mediobanca. La scelta di Goldman è arrivata dopo che Mediobanca ha sollecitato, con una missiva, la società a effettuare un aumento di capitale da 600 milioni di euro. Una mossa che sarebbe stata inaudita per la Mediobanca dei Cuccia e dei Maranghi; non è per niente inaudita per la Mediobanca odierna, che sarà «costretta» a sciogliere a breve altri legami dalle nuove normative volute dal governo in merito alle presenze nei cda delle controllate. L’allentamento, dei legami con il gruppo della famiglia Ligresti, non potrà che far bene a Mediobanca. Qualora il gruppo dovesse lasciare il posto occupato nel patto di sindacato della merchant bank, verrebbe a sciogliersi uno dei nodi che da sempre si porta dietro Mediobanca stessa, ovvero quella di essere il primo azionista individuale di una compagnia assicurativa, le Generali, e di avere nel proprio sindacato di controllo altre compagnie assicurative, concorrenti delle Generali, come FonSai e Groupama.