Di Anna Messia

Si è aperta al confronto. Ha avviato la consultazione e ha ascoltato le ragioni di chi contestava le sue posizioni. Ma dopo lunghi mesi di discussione l’Isvap, l’istituto di controllo del settore assicurativo, ha ripubblicato lo stesso identico regolamento emanato più di un anno fa che vietava alle banche di vendere polizze legate ai mutui e ai finanziamenti, e di essere allo stesso tempo beneficiarie in caso di pagamento del sinistro. Un provvedimento che era stato impugnato dall’Abi davanti al Tar. E il Tribunale amministrativo, un po’ a sorpresa, aveva dato ragione alle banche, ma solo per un vizio di forma. Ovvero per non aver consultato gli operatori coinvolti dal regolamento prima di emanarlo. Ma nella sostanza, secondo il Tar, non c’era nulla da eccepire. Così l’istituto guidato da Giancarlo Giannini, dopo avere riaperto il confronto con le banche, questa volta rispettando tutte le regole del caso, ha riproposto lo stesso provvedimento e dal prossimo 2 aprile le banche e gli altri intermediari finanziari non potranno più essere simultaneamente distributori e beneficiari delle polizze che saranno vendute in abbinata con mutui o prestiti. Come per esempio le coperture temporanee caso morte che le banche chiedono di stipulare al momento dell’accensione di un mutuo, ma anche le polizze incendio per l’abitazione. Le novità dell’Isvap promettono quindi di stravolgere le regole di un mercato che fattura più di 2 miliardi l’anno e che per il 60% è in mano alle banche che hanno stipulato con le assicurazioni alleanze di lunga durata (come per esempio Axa-Mps) o hanno creato in casa compagnie (per esempio Intesa Sanpaolo). Un settore che, secondo l’Istituto guidato da Giannini, è chiuso alla concorrenza, a danno dei risparmiatori costretti a pagare commissioni salatissime. Già nel 2009 l’Isvap aveva rilevato l’esistenza di provvigioni esorbitanti incassate dalle banche e aveva invitato il sistema ad autoregolarsi per ridurre i costi. Ma senza risultati di rilievo. Così aveva deciso di intervenire con il regolamento poi congelato dal Tar. Nel frattempo la situazione non è cambiata, visto che nella seconda indagine avviata lo scorso aprile dall’Istituto erano state registrate commissioni che arrivavano addirittura all’80% dei premi pagati. Come si orienterà il mercato con il nuovo regolamento è però ancora tutto da verificare: per superare i paletti dell’Isvap gli istituti potrebbero vendere polizze i cui beneficiario saranno gli stessi sottoscrittori dei prestiti (o gli eredi). Ma in questo modo i tassi dei finanziamenti potrebbero salire per compensare il maggior rischio che gli istituti saranno costretti a correre perché privati di una garanzia che finora aveva assicurato alla banca la restituzione del capitale in caso di imprevisti. (riproduzione riservata)