di Goffredo Pistelli  

Un contrappasso vero e proprio per il Veneto che delocalizzava le sue industrie in Romania e per la Lega che, qui come altrove, aveva poco in simpatia gli stranieri: una società rumena assicurerà per 76 milioni (22 all’anno per tre anni) la sanità della regione presieduta dal padano Luca Zaia.

A vincere la gara a cui ha partecipato in solitaria, è stata la City Insurance di Bucarest, big delle assicurazioni in Romania, che si sta specializzando nel settore sanitario, essendosi aggiudicata nel maggio scorso la gara per assicurare la Asl di Rimini e, nel luglio, il San Raffaele di Milano, affare quest’ultimo da 5 milioni, per il quale sarebbe però stata aperta un’ispezione dell’Isvap, al fine di valutare la solidità della compagnia in relazione ai rischi assicurati.

Con questo affare veneto, la raccolta premi della compagnia rumena farebbe un bel salto, visto che nel 2009, da quanto pubblicato nel sito societario (www.cityinsurance.ro), si parlava di 6,7 milioni Alla gara veneta non si sono fatti vivi i Lloyd’s londinesi, tradizionalmente attivi su questo tipo di rischi, e una società inglese operante in Veneto, la Am Trust, ha presentato l’offerta ma quattro ore dopo i termini, risultando esclusa.

Era stato proprio il governatore Zaia a dettare, nel febbraio scorso, le nuove regole in questo settore, diventato molto delicato a livello nazionale, con il proliferare dei contenziosi per casi di malasanità e poco appetibile, per lo stesso motivo, dalle grandi compagnie.

La Regione Veneto, su iniziativa dell’assessore leghista Luca Coletto, aveva rivisto il sistema, introducendo una sorta di franchigia, 500mila euro, entro la quale sarebbero state le singole aziende sanitarie locali a rispondere dei danni arrecati dai propri medici.

Per i risarcimenti eccedenti il mezzo milione, avrebbe risposto la Regione mettendo a gara la fornitura delle relative coperture. E approssimandosi il 2012, il nuovo sistema entra in vigore il primo gennaio, l’assessorato aveva dato corso alla gara.

«La nuova organizzazione», aveva dichiarato l’assessore, «potrà produrre un risparmio che valutiamo attorno ai 20-30 milioni di euro l’anno, anche perché, con una gara unica, la Regione avrà maggiore potere contrattuale nei confronti delle compagnie».

E così, per quegli strani capitomboli della politica italiana, l’assessore leghista o meglio i suoi direttori generali, contratteranno con dei rumeni, venuti in Italia a fare affari, grazie all’Europa a 25. Nel caso della City Insurance, i veneti dovranno invece trattare con alcuni pugliesi di Foggia, visto che il pacchetto di maggioranza della compagnia risulterebbe in mani italiane, quelle della Puglia Cauzioni Srl, società di brockeraggio.

Coletto per ora non è intervenuto sulla vicenda. Il Mattino di Padova dà per certo che l’assessore leghista abbia ordinato, l’altro ieri, un’ispezione sulla gara, bloccandola, mentre partiranno d’ufficio i necessari accertamenti sulla società vincitrice.

Fra i politici si è fatto avanti solo il consigliere regionale dipietrista Antonino Pipitone che si è sbilanciato in una dichiarazione all’insegna del politically correct: «Il problema non è se la compagnia è italiana o straniera», ha detto, «è il sistema che è sbagliato» e propone un «fondo regionale unico che si autogestisce».