Il professionista a MF-Milano Finanza: l’ingegnere e i suoi figli non sono tra i beneficiari del fondo. Si tratta invece di enti non profit e centri di ricerca medica. La quota è parte del 9% schermato dal Crédit Agricole 

di Andrea Di Biase

 

«L’ingegner Ligresti e i suoi figli non sono i beneficiari del trust ed escludo in maniera categorica che ci sia un qualsivoglia legame tra i beneficiari del trust e la famiglia Ligresti». È stato in silenzio per quasi vent’anni, da quando nel 1993 ha accettato l’incarico di trustee del The Heritage Trust, il fondo fiduciario con sede a Nassau nelle Bahamas, che lunedì su richiesta della Consob ha fatto sapere di custodire un pacchetto di azioni Premafin pari al 12,15% del capitale.

Ora però, proprio alla luce dell’indagine condotta dall’Authority guidata da Giuseppe Vegas per fare luce sui reali assetti proprietari della holding cui fa capo il 35% di Fondiaria-Sai, Giancarlo De Filippo, il professionista 73enne che opera dal Principato di Monaco e che siede anche nel cda di alcune società della gruppo Ligresti, ha accettato di rispondere alle domande di MF-Milano Finanza.

 

Domanda. Dottor De Filippo, ci può dire chi sono i beneficiari del The Heritage Trust?

Risposta. The Heritage Trust è un trust di tipo discrezionale. Al momento della sua istituzione è stata indicata una pluralità di categorie di beneficiari.

Ci sono enti non profit, fondazioni benefiche e centri di ricerca in campo medico. Io conosco solo le categorie ma non i nomi dei beneficiari. Posso però escludere nella maniera più assoluta che questi possano essere legati in qualche modo alla famiglia Ligresti.

 

D. Però lei è considerato un professionista vicino ai Ligresti. Davvero la famiglia non ha alcun legame col trust?

R. Conosco l’ingegner Ligresti da più di 20 anni ma, sia per ragioni di riservatezza legate al mio mandato di trustee sia per evitargli comprensibili imbarazzi, non gli ho mai rivelato l’esistenza del trust. Fino alla comunicazione di lunedì né l’ingegnere né i suoi figli erano a conoscenza dell’esistenza del trust.

 

D. Sta dicendo che i Ligresti non hanno avuto un ruolo nemmeno al momento della costituzione del trust?

R. Ribadisco che la famiglia non ha alcun legame con The Heritage Trust. Quest’ultimo è stato costituito più di 20 anni fa su iniziativa di un altro trust e io sono stato chiamato a ricoprire il ruolo di trustee nel 1993 quando il trust esisteva già da alcuni anni.

 

D. Quale ruolo ha avuto il Crédit Agricole Suisse in questa vicenda?

R. Posso dire che la quota del 12,15% di Premafin detenuta da The Heritage Trust contiene parte di quel 9% che era custodito in conto terzi dal Crédit Agricole Suisse (sulla base delle comunicazioni Consob, la filiale elvetica della banca francese, detiene tuttora in conto terzi il 2,59% di Premafin, ndr).

 

D. Per quale motivo il Crédit Agricole Suisse, per tutti questi anni, non ha mai indicato nel The Heritage Trust il beneficiario di parte di quella partecipazione inPremafin?

R. Credo che ci sia stato un equivoco tra le due controparti. La banca riteneva che fosse compito del trust effettuare la comunicazione, mentre il trust riteneva che spettasse alla banca. Alla fine la banca si è limitata a comunicare di essere il fiduciario senza indicare l’esistenza del trust quale fiduciante.

 

D. Ora però la Consob vi ha imposto di uscire allo scoperto.

R. E infatti a breve faremo un altro comunicato per chiarire il dettaglio delle partecipazioni possedute dalle singole società controllate da The Heritage Trust e i nominativi delle stesse.

 

D. In questi anni il trust ha effettuato movimentazioni del titolo Premafin o adotta una gestione passiva dell’investimento?

R. No, il trust non ha effettuato movimentazioni della partecipazione in Premafin. La strategia è quella di mantenere stabile l’investimento, anche perché riteniamo che, nonostante l’attuale situazione della società e delle sue controllate, il titolo abbia un valore intrinseco superiore agli attuali corsi di borsa. Seguiamo comunque con attenzione quanto sta accadendo, ma non abbiamo mai interferito nelle strategie e non lo faremo nemmeno in questa occasione. (riproduzione riservata)