Dieci anni e si torna o quasi al punto di partenza. Con la Consob chiamata a dirimere i nodi dell’azionariato legati al gruppo Ligresti (vedere articolo a pag. 15) e con il mercato che si interroga sugli assetti societari futuri. Nel 2001 l’Autorità all’epoca guidata da Luigi Spaventa prima aveva imposto alla Sai di Salvatore Ligresti un’Opa su La Fondiaria (nel luglio del 2001 Sai aveva rilevato da Montedison il 29% di Fondiaria), poi aveva fatto una parziale retromarcia sull’intervento della «Banda dei Cinque» (Jp Morgan, Interbanca, Francesco Micheli, Commerzbank e Mittel) unita da Mediobanca (a dicembre 2001) l’Isvap aveva fermato l’operazione FonSai, erano entrati in scena i cavalieri bianchi e nel maggio 2002 alla fine la stessa Consob aveva cancellato l’obbligo di Opa) e infine aveva riconosciuto la sussistenza dell’azione di concerto (nella cessione appunto della quota detenuta in Fondiaria da Montedison). Peraltro troppo tardi visto che la compagnia assicurativa fiorentina, a quel punto, era stata incorporata in Sai, a condizioni non esattamente favorevoli per ilmercato. Ligresti infatti aveva riconosciuto al pacchetto di controllo ceduto da Montedison (per intercessione di Mediobanca interessata a traghettare in «mani amiche» le quote dei salotti buoni di Piazza Affari detenute da La Fondiaria) un premio pari al 55% dei prezzi di mercato, ma aveva lasciato gli altri azionisti di minoranza praticamente a bocca asciutta. Nonostante sia trascorso un decennio la ristrutturazione del gruppo Ligresti continua a tenere banca e ha impegnato nell’anno Groupama (cui la Consob aveva preventivamente fatto intravvedere un’obbligo di Opa a cascata avendo stabilito che esisteva un chiaro accordo tra la famiglia Ligresti e la compagnia francese), Unicredit (che invece era stata esonerata) e ora il nuovo ad di FonSai Emanuele Erbetta nuovi advisor (Goldman Sachs e Studio Carbonetti) che hanno l’obiettivo di esaminare i possibili interventi di patrimonializzazione, anche strutturale, nel breve periodo. Il D-day è rinviato al 23 dicembre, ma nel frattempo il mercato si interroga sui pacchetti «fantasma».