Dall’Isvap nuova doccia fredda per Fondiaria-Sai. Nell’incontro di ieri a Roma, Emanuele Erbetta, l’ad della compagnia assicurativa della famiglia Ligresti (non accompagnato dal dg, Piergiorgo Peluso), avrebbe tentato l’ultima carta ma senza successo: l’Authority presieduta da Giancarlo Giannini avrebbe ribadito che l’operazione così com’è proprio non va. In ogni caso, per l’Isvap, la creazione di una newco partecipata fino al 40% da un altro operatore (Fonsai pensava a Credit Suisse) dove fare confluire le partecipazioni strategiche, da sola, non è sufficiente per risollevare le sorti patrimoniali della compagnia. Va, infatti, ricordato che il margine di solvibilità, ora al 111% anche grazie ai benefici consentiti dal decreto anticrisi, è decisamente inferiore rispetto al livello di guardia fissato al 120% e al 130% cui la società stessa contava di arrivare dopo l’aumento di capitale da 450 milioni chiuso a luglio. La ricapitalizzazione, che ha consentito l’ingresso di Unicredit nell’azionariato accanto ai Ligresti con circa il 7%, a giudicare dalla Borsa, è quasi come se non si fosse mai concretizzata. Dopo il calo del 5,82% di ieri, la capitalizzazione ha infatti raggiunto i 461,02 milioni, appena sopra i 450 (nei giorni scorsi ha viaggiato anche al di sotto di questo livello). Insomma, stando a rumor, vista l’attuale situazione, l’Isvap, oltre alla creazione della newco, chiederebbe anche interventi più strutturali, come ad esempio un aumento di capitale. Indiscrezioni ipotizzano una nuova iniezione di capitali nell’ordine dei 500 milioni anche se, nel caso, non sarebbe ben chiaro chi sarebbe disposto a mettere i soldi. Molto probabilmente la stessa Unicredit, mentre Mediobanca (esposta con un prestito subordinato da oltre 1 miliardo), seppure disposta a fare la propria parte, sulla sottoscrizione di azioni Fonsai ha le mani legate per questioni di Antitrust (Piazzetta Cuccia è già primo socio delle Generali). Quanto a nuovi potenziali investitori, Fonsai si starebbe dando da fare per trovarli ma non è semplice, sia per la particolare fase finanziaria del momento sia perché il fondo Amber, entrato nell’azionariato con poco più del 2% (nel contempo è sceso sotto il 2% il fondo Dimensional) con l’ultimo aumento, non sembrerebbe essere poi così soddisfatto dell’operazione. La matassa sarà in parte sbrogliata con il cda straordinario di lunedì, in cui Fonsai dovrebbe decidere le misure di rafforzamento patrimoniale (il 20 ce n’è già un calendario un altro con all’ordine del giorno lo stesso tema). Ma l’Isvap non è l’unica Authority che sta seguendo attentamente le vicende del gruppo Ligresti. Proseguono, infatti, gli accertamenti di Consob sulla «misteriosa» quota del 12,15% detenuta da The Heritage Trust, società con base alle Bahamas il cui trustee, Giancarlo de Filippo, è una persona molto vicina alla famiglia Ligresti. Proprio de Filippo, in una intervista di ieri, ha dichiarato di non conoscere i beneficiari del trust ma nel contempo ha escluso che possa in qualche modo trattarsi della famiglia Ligresti. De Filippo ha, tuttavia, stabilito un legame certo tra il 12,15% del trust e il 9% che faceva capo a Credit Agricole Suisse (poi, come da aggiornamenti Consob, scesa al 2,59 per cento). C’è attesa per i dettagli dei beneficiari del trust, che il trustee si è impegnato a consegnare alla Commissione (e dunque al mercato) entro il 10 dicembre.