Niente affrancamento dell’avviamento per le Assicurazioni Generali. Dato che il termine ultimo concesso dall’Agenzia delle Entrate per il pagamento dell’imposta sostitutiva era il 30 novembre, è evidente che il gruppo del Leone di Trieste ha deciso di non avvalersi della facoltà concessa dal Fisco. Una mossa che non sembra avere stupito gli analisti, che ieri facevano notare che, sebbene il margine di solvibilità sia sceso al 118% (sotto il livello di guardia del 120%), la base di capitale del gruppo triestino è ben più robusta rispetto ad altri concorrenti (Fonsai in primis) che invece hanno optato per l’affrancamento del goodwill. Alcuni esperti di mercato fanno poi notare che la decisione del gruppo del Leone, che di fatto evita un esborso immediato a favore del Fisco, aumenta la visibilità sul pagamento di un dividendo in contanti (il consensus ipotizza 0,47 euro per azione). Nel frattempo, prosegue senza sosta il trading sui titoli del Leone da parte dell’azionista e dal 2007 membro del consiglio di amministrazione, Petr Kellner. Alleato di Generali nell’Est Europa attraverso la joint venture Generali Ppf Holding, di cui ha in mano il 49%, Kellner, con una serie di operazioni di vendita avvenute nell’arco di una decina di giorni, ha portato la sua partecipazione nel gruppo triestino all’attuale 1,949% rispetto alla quota del 2,02% annunciata nell’aprile del 2010. Fonti vicine al finanziere ceco avrebbero spiegato che «i titoli Generali controllati direttamente e indirettamente dal gruppo Ppf sono stati trasferiti a un investment manager indipendente » che li «gestisce in linea con la strategia concordata» che «prevede parametri di base per il portafoglio, come pure limiti complessivi per vari strumenti di investimento, entro i quali il gestore può investire in base alle sue considerazioni ». In altri termini, Kellner non si occuperebbe più in prima persona della partecipazione nel Leone, ma avrebbe delegato la gestione dell’investimento con modalità tali che la partecipazione si sta gradualmente riducendo. È evidente, infatti, che il trading in corso sarebbe, tra le altre cose, finalizzato a ridurre il prezzo di carico della quota. Non a caso, la partecipazione, acquisita quando il titolo Generali viaggiava intorno a quota 18 euro per un esborso di oltre 400 milioni, è già stata oggetto di una svalutazione di 107 milioni in occasione dell’ultimo bilancio semestrale di Ppf Nv, società olandese capogruppo di Kellner. Quanto ai risultati della jv, costituita nel 2008, nel semestre il finanziere ha totalizzato un utile di competenza pari a 97milioni, quasi il doppio rispetto ai 50 milioni al giugno 2010, con ricavi per 1,92 miliardi (da 1,8 miliardi) e un utile netto complessivo di 199 milioni contro 104.