“La sostenibilità nel lungo periodo del sistema previdenziale di base ha imposto una contrazione prospettica, anche significativa, dei livelli di copertura pensionistica, accrescendo ulteriormente il bisogno di previdenza complementare”. Lo ha detto Sergio Corbello, Presidente di Assoprevidenza (Centro tecnico nazionale di previdenza e assistenza complementari). Con Antonio Mastrapasqua – Presidente INPS, Antonio Finocchiaro – Presidente COVIP, Paolo Garonna – Direttore Generale ANIA, Mauro Marè – Presidente MEFOP, Giampaolo Crenca – Presidente Consiglio Nazionale Attuari, Sergio Corbello ha partecipato lo scorso venerdì alla tavola rotonda della Giornata degli Attuari delle Pensioni, a Roma presso la sede dell’INPS

Attualmente sono 5,3 milioni gli italiani che aderiscono alle forme di previdenza complementare, pari al 23% del potenziale complessivo degli occupati. Oggi, ha ricordato il Presidente di Assoprevidenza, sono solo 130.000 gli italiani che percepiscono una pensione integrativa, derivanti principalmente dalle casse preesistenti la riforma. Servono quindi nuove iniziative per incrementare la platea degli aderenti. “Una strada potrebbe essere quella di trovare forme di partecipazione semi-coattive – ha spiegato Corbello – in cui il soggetto sia vincolato dalla contrattazione collettiva, – come ordinariamente avveniva prima del 1993 – a partecipare a un piano complementare e abbia al contempo la possibilità di rinunciarvi, entro un predeterminato termine (dissenso espresso) L’adesione a un piano previdenziale complementare di origine collettiva quale puro atto della volontà del lavoratore è un’idea astratta, figlia di una discussione fortemente ideologica, svoltasi a monte dell’emanazione del decreto 124 del ’93. La volontarietà, ribadisco, andrebbe gestita in forma collettiva, a cominciare dal vincolo di destinazione del Tfr”.

La previdenza complementare, ha ricordato Corbello, offre numerosi vantaggi, oltre a integrare il trattamento pensionistico di base. Ad esempio è possibile usufruire di un “anticipo” sul capitale accumulato, per ragioni personali (fino al 30%), come l’acquisto della casa o le spese mediche (fino all’80%). Nel 2010, le anticipazioni hanno interessato 35.000 aderenti, per oltre 250 milioni di euro.