L’andamento degli infortuni sul lavoro in Calabria nel 2010 ha fatto segnare una diminuzione pari al 4,4%. Come emerge dal Rapporto annuale regionale INAIL, presentato nei giorni scorsi a Catanzaro, l’anno scorso gli infortuni sono stati 13.080, 601 in meno rispetto ai 13.681 che si sono verificati complessivamente in agricoltura, nell’industria e nella gestione per conto dello Stato nel corso del 2009. La flessione registrata in Calabria è più marcata sia rispetto a quella della macroarea Sud/Isole (-3%), sia al dato rilevato a livello nazionale (-1,9%). In controtendenza, invece, i casi mortali, che sono stati 11 in più.

Primato negativo per il settore delle costruzioni. La riduzione degli infortuni in Calabria ha riguardato principalmente i settori dell’agricoltura e dell’industria, in calo entrambi del 4,9%, e in misura minore la gestione in conto Stato (-0,8%). Tra i settori di attività economica, si distingue, in negativo, quello delle costruzioni, in cui si sono verificati 1.528 infortuni, un dato che supera quelli dell’intero settore manifatturiero (1.150), del totale commercio (1.258), dell’agricoltura (1.140), dei dipendenti in conto Stato (1.223) e di ogni altro singolo settore economico. Per quanto riguarda, invece, le modalità di avvenimento, la riduzione degli infortuni è stata sostanzialmente di pari entità sia per quelli avvenuti in occasione di lavoro (-4,4%), sia per quelli in itinere, occorsi cioè nel percorso casa-lavoro-casa (-4,5%). Tra quelli avvenuti in occasione di lavoro, però, la diminuzione degli infortuni avvenuti in ambiente di lavoro ordinario è stata del 4%, mentre quelli da circolazione stradale hanno registrato una flessione del 9,4%. Catanzaro è la provincia con il maggior calo di infortuni in termini percentuali (-8,5%), seguita da Vibo Valentia (-6,7%), mentre le altre province si collocano nella fascia di riduzione del 2-3%.

In provincia di Reggio nove morti in più. Rispetto ai 17 casi mortali denunciati nel 2009, nel 2010 in Calabria hanno perso la vita 28 lavoratori. Undici morti in più che equivalgono a un aumento del 64,7%, un dato che nella graduatoria regionale degli eventi mortali, calcolata facendo riferimento alle variazioni percentuali, colloca la Calabria al secondo posto assoluto, preceduta soltanto dalla Provincia di Bolzano e ben lontana dal Piemonte, al terzo posto con il suo +33,9%. L’andamento dei casi mortali non è uniforme per l’intero territorio regionale: se da un lato le province di Vibo Valentia e Cosenza confermano i dati del 2009 e la provincia di Catanzaro ottiene un miglioramento, passando dai cinque casi del 2009 ai quattro del 2010; dall’altro quella di Crotone è passata dagli zero casi del 2009 ai tre del 2010 e, soprattutto, quella di Reggio Calabria da due a 11.

Tra gli stranieri più incidenti ma nessun caso mortale. Il 2010, per quanto riguarda gli infortuni occorsi a lavoratori stranieri, è stato un anno peggiore del precedente. Si è passati infatti dai 657 infortuni del 2009 ai 773 del 2010, 116 in più che corrispondono a un incremento percentuale del 17,6%, molto superiore alla variazione registrata nello stesso periodo a livello nazionale (+0,8%). A livello provinciale l’incremento è presente su tutte le province e fra queste Crotone mantiene il primo posto con 313 infortuni di lavoratori stranieri, pari a circa il 40% del totale. Il dato disaggregato per Paese di nascita dei lavoratori vede al primo posto la Romania con 191 infortuni denunciati, pari a circa il 25%: in media, quindi, un infortunato su quattro tra gli stranieri è di nazionalità rumena a fronte di un dato nazionale pari a circa il 16%. Nonostante l’aumento del numero degli infortuni, però, in Calabria nel 2010 nessun lavoratore straniero ha perso la vita.

Continua l’emersione delle malattie professionali. Anche nel 2010 in Calabria, per effetto delle attività di promozione dell’emersione del fenomeno, le malattie professionali hanno registrato un incremento, in controtendenza con il calo degli infortuni. Dopo la svolta del 2009, con l’aumento del 39% delle malattie denunciate rispetto all’anno precedente, nel 2010 l’incremento delle denunce nella regione è stato del 7%, contro il +22% registrato a livello nazionale.

Fonte: INAIL